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la politica (che non c’è)

A Catanzaro tra clima da basso impero, ritorni di fiamma e partiti al palo

L’ultima seduta di Consiglio comunale consegna l’immagine di una fase che si trascina lentamente e stancamente verso la conclusione

Pubblicato il: 29/04/2025 – 12:34
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A Catanzaro tra clima da basso impero, ritorni di fiamma e partiti al palo

CATANZARO Le memorie storiche della politica catanzarese ricordano in passato anche Consigli comunali – sempre rigorosamente in seconda convocazione… – conclusi con un pugno di voti che si potevano contare su poco più di una mano. In questa consiliatura ancora non si è a questo punto ma la strada sembra ormai quella, vedendo come si è conclusa l’ultima assemblea civica, con pratiche – anche importanti – approvate con 11 voti a favore e leggendo anche i resoconti giornalistici di una seduta che ha trasmesso l’immagine di un lento trascinarsi nell’agonia di questa esperienza politica e amministrativa a Palazzo De Nobili. Una somma di impotenze, quelle che si stanno misurando sui banchi del Consiglio comunale di Catanzaro, tornato a riunirsi chiedendo ospitalità alla Provincia nell’attesa che l’”aula rossa” di Palazzo De Nobili torni a essere agibile. Anche questa “transumanza” è il segno di una politica catanzarese che non riesce a scrollarsi dal torpore nel quale da almeno una decina di anni sembra essere piombata. Da un lato l’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Fiorita e sostenuta da una maggioranza-minoranza di centrosinistra e dalla benevolenza di un consistente “mondo di mezzo” – una pattuglia di consiglieri comunali eletti in altri schieramenti ma ora, tra (molto) opportunismo e (qualche senso di) responsabilità “fiancheggiatori” della maggioranza (minoranza) – dall’altra un’opposizione di centrodestra che però non ha, almeno per ora, i numeri per la “spallata” e peraltro – almeno in diverse sue componenti – non dà nemmeno tanto la sensazione di volerla provare, questa “spallata”.

Il contesto politico

Il tutto si riflette in un piccolo cabotaggio nel quale ognuno sembra andare in ordine sparso, come si è visto anche ieri, nel corso di una seduta che ha visto più di un movimento e di una fibrillazione da quel “mondo di mezzo” nel cui interno qualche esponente ora sembra avanzare le prime pretese in cambio del sostegno all’amministrazione, accusata da uno di questi “responsabili” – Raffaele Serò – esplicitamente di “immobilismo”. Alla fine il Consiglio comunale ha approvato le varie pratiche – con 11 voti il Rendiconto, giusto per citarne una – in un clima nemmeno tanto belligerante, anzi tra toni pacati e persino sonnacchiosi. Un clima da “basso impero”, direbbero gli analisti politici, non fosse altro che mancano ancora due anni alla scadenza naturale della consiliatura, anche se qualcuno, nell’alveo del centrodestra, ancora balena l’idea di un tentativo di forzare la situazione entro la fine dell’anno per provare ad arrivare al voto anticipato. Ma i partiti, almeno alcuni di loro, sembrano in realtà spariti, a Catanzaro, tra un Pd dilaniato dalle “guerre per bande” che da sempre lo agitano a Forza Italia con le due anime non sempre allineate che fanno capo al coordinatore provinciale azzurro Marco Polimeni e al consigliere regionale Antonello Talerico, con Fratelli d’Italia di Wanda Ferro e Lega di Filippo Mancuso più strutturati ma ancora non amalgamati tra di loro (prove in tale senso peraltro sono in corso a Lamezia). Mentre il quadro politico è occupato dal “ritorno di fiamma” di Mimmo Tallini, che nelle note stampa a supporto della sua “crociata” contro Forza Italia sembra quasi dettare la linea allo stesso centrosinistra, a riprova di una coalizione, quella progressista, che a Catanzaro probabilmente oggi è ai minimi storici. (a. cant.)

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