Cronaca talebana di ‘ndrangheta ad Oppido e Seminara. Quando vittime e carnefici si scambiano i ruoli
La Calabria del turismo impreparata ai grandi flussi, la sintassi politica di Principe. Il Primo maggio in Calabria, merendelle di Sellia Marina per Brunori

CATANZARO E’ un film dell’orrore quello cui si apprende a leggere certe cronache andate in scena tra Seminara e Oppido Mamertina.
Due ragazzine sono le vittime. Vittime di un branco della peggiore specie, con il pedigree di appartenere a famiglie di ‘ndrangheta e quindi di poter disporre di ogni vita, anche di quella di minorenni, violentate e filmate. E a quanto pare i video sono un terribile campionario di orrido maschilismo, mai morto. Numerosi i responsabili identificati dalla procura dei minorenni in un clima di omertà collettiva e minacce diffuse.
Le due ragazze hanno trovato un muro nelle loro famiglie, anzi i loro peggiori avversari, considerato che i parenti di una ragazza hanno tentato di far ritirare la denuncia e nascondere la sporca vicenda. Ora l’ultima schifosa perla.
Una delle vittime sarebbe stata chiusa in una stanza con la bocca imbavagliata e frustata a sangue con una corda, riportano le cronache. Per questi motivi una terribile nonna di 78 anni è finita ai domiciliari e il figlio di 47, zio della sventurata ragazza, ha ricevuto il divieto di avvicinamento alla vittima.
Ero rimasto già basito un mese fa nel seguire un buon reportage de “Le Iene” a Seminara.
Paesani che fuggono dalla telecamera e clima ostile alle ragazzine. La mamma ha raccontato questo mondo all’incontrario con la vittima trasformata in carnefice e con gli apprendisti mafiosi che vengono giustificati.
Un angolo di Calabria che sembra un remoto distretto tribale asiatico. Forse, abbiamo parlato poco di questa storia che meritava mobilitazioni soprattutto femminili e femministe di maggiore risonanza. Nel XXI secolo accadono ancora fatti della peggiore specie inimmaginabili per la moderna convivenza civile. Non possiamo tacere dell’ennesima riprova dell’ndrangheta montagna di merda. Ci sarà anche quella postmoderna e finanziaria ma quella tribale dei “malamente” purtroppo stenta a scomparire.
Finalmente è stata introdotta l’educazione sessuale a scuola. Ma sarà necessaria l’autorizzazione degli adulti. La nonna e lo zio telebani secondo voi l’avrebbero accordata?
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In Calabria abbiamo desiderio e voglia di overbooking. Ci piacerebbe essere Salento, Napoli, la Roccaraso da influencer. Oppure meglio un turismo più umano dal tempo lento e con abitanti temporanei responsabili? Si vedrà tra turismo di emigranti di ritorno e nuove rotte aeree sold out a Pasqua e Natale.
Intanto alcune questioni vanno certamente governate. Il Primo maggio da Cosenza affronto viaggio di ritorno a casa. La stazione mi ricorda le mie cronache di memorie da domenica d’agosto da piazza Matteotti. Gran folla come in tutto lo Stivale. A Castiglione Cosentino la folla è parimenti ingente. Ci si blocca per venti minuti senza nessuna informazione. Non c’è spazio per tutti. Si organizza “uno speciale” per i molti passeggeri rimasti a piedi. Partiamo con un ritardi di venti minuti, per fortuna la coincidenza è dilatata nel tempo. Stessa solfa per i treni del ritorno. Per arrivare al tutto esaurito nelle nostre spiagge e località dobbiamo organizzare i servizi come si deve. La programmazione non s’improvvisa. Poi discuteremo di eventuale overbooking.
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Per fortuite circostanze ho assistito ad un intervento del candidato a sindaco di Rende, Sandro Principe, alla presentazione di una sua candidata, Daniela Ielasi, schierata con la lista “Rende avanti”. La sala del Dam all’università ha un nutrito pubblico di attivisti di sinistra critica, teatranti, animatori sociali del Villaggio Europa, non proprio l’elettore di riferimento di Principe, anzi.
Sandro Principe parla per mezz’ora a braccio incantando l’uditorio. Va alle radici, rievoca quando i socialisti stavano nelle sezioni insieme agli anarchici per identificare la comune traccia libertaria. Cita Franco Piperno come assessore ma anche il suo ruolo di vicinanza al Psi nel tentativo di salvare la vita ad Aldo Moro. Poi è municipalismo con l’analisi che la denuncia delle minoranze è indispensabile e necessaria ma ha bisogno del governo dei riformisti per poter essere realizzata e qui parte il richiamo al primo Centrosinistra italiano degli anni Sessanta. Principe ricorda il Giacomo Mancini che diventa sindaco in età anziana. Se diventa sindaco sa cosa l’aspetta in termini di impegno, e dice se il lavoro amministrativo mi distrae “mi dovete tirare per la giacca” per il governo comunale.
Applausi convinti dall’uditorio, anche da coloro che hanno discusso all’infinito per questa alleanza. Comunque la si pensi, Sandro Principe che avrà pur a volte un brutto carattere, la grammatica e la sintassi della politica la conosce molto bene.
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Che bel colpo d’occhio e che presenza di pubblico per il Primo Maggio “comunale” a Reggio Calabria con gran pubblico tra Lungomare e arena Ciccio Franco a seguire un concertone di grandi nomi che non ha temuto la concorrenza in concomitanza di Roma e Taranto. Bravo a chi ci ha creduto e ha rinnovato l’appuntamento. Al cronista non è sfuggito che a Cosenza invece il Primo Maggio si è sdoppiato per musica e parole d’ordine tra la piazza Kennedy di marca Usb e piazza della Vittoria. Da una parte sindaci e dirigenti sindacali e concerti finali, dall’altra attivisti e la musica della Banda Bassotti che sull’underground antagonista cosentina recita forte attrazione. Non era meglio unire le due manifestazioni? Sicuramente, ma le divisioni a sinistra sono un’antica consuetudine.
Ha unito tutti al concertone romano invece Brunori Sas omaggiando prima Paolo Benvegnù, e poi nel suo break da prima serata non ha rinunciato alla sua vena ironica quando dal palco ha detto che in questo momenti abbiamo “troppa pace e democrazia”. Dal punto artistico strepitosa versione de “la Verità” con introduzione di un flauto che ha dato nuova poesia alla magnifica canzone. Bello il cartellone che si notava tra la folla: “Brunori vieni a Sellia Marina, ti offriamo le merendelle”. (redazione@corrierecal.it)
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