Il Difensore civico “facilitatore” dei rapporti tra cittadini e istituzioni
La relazione dell’organismo insediato dal Consiglio regionale: positiva inversione di tendenza nelle relazioni tra società civile e pubblici poteri

REGGIO CALABRIA «Nel 2024 sono pervenute 139 istanze (richieste di pareri, chiarimenti, informazioni, solleciti, esposti, segnalazioni, ecc.) a fronte delle quali sono stati formalmente aperti altrettanti fascicoli per questioni che hanno necessitato di una vera e propria istruttoria. Si è registrato, quindi, un positivo incremento degli interventi rispetto all’anno 2023 (+ 43,3%) nel corso del quale le pratiche istruite con acquisizione documentale sono state 97». E’ uno dei dati contenuti nell’ultima relazione annuale del Difensore civico della Regione Calabria, Ubaldo Comite. Nella relazione si tratteggiano anzitutto il ruolo e la funzione del Difensore civico «quale garante dell’imparzialità e del buon andamento dell’agire pubblico» che -«sia pur privo di poteri coercitivi, interdittivi e sostitutivi in senso stretto assume le vesti di “soggetto-ponte”, di “facilitatore” dei rapporti tra pubblici poteri e società civile, nell’ottica di favorire e facilitare quel dialogo cooperativo teso alla composizione consensuale delle controversie scaturenti dall’agire pubblico in ambito regionale». Tra l’altro l’azione del Difensore civico comporta anche un risparmio per le casse pubbliche, evitando alle istituzioni di ricorrere in sede di giustizia amministrativo.

I dati statistici
Quanto all’aspetto statistico, nella relazione si conferma «il costante gradimento dei cittadini verso lo strumento dell’Alternative Dispute Resolution – Adr – innanzi al Difensore civico: esso da un lato costituisce un deterrente per i ricorsi giurisdizionali e, dall’altro, consente di ottenere la documentazione necessaria a soddisfare la pretesa conoscitiva (qualora fondata) in tempi rapidi e senza costi aggiuntivi. A fronte del provvedimento motivato del Difensore civico avverso il diniego espresso dalle Pubbliche amministrazioni – sia nei casi di accesso tradizionale che di accesso civico – si è riscontrato nella maggior parte dei casi un costruttivo ripensamento da parte degli uffici interpellati. In poche circostanze è stato adottato dal Responsabile del procedimento un provvedimento confermativo del diniego, decisione che ha comunque consentito all’interessato di conoscere le ragioni di fatto e di diritto impeditive dell’accesso. Si registra l’incremento dei ricorsi presentati da singoli cittadini o associazioni (organizzazioni sindacali, comitati, associazioni ambientaliste) in materia di trasparenza e accesso agli atti, in alternativa al tradizionale ricorso al Tar o al ricorso gerarchico al Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (Rpct). Si conferma, inoltre, la presenza del dato del diniego all’esibizione degli atti e dei provvedimenti da parte di alcuni Comuni ai consiglieri comunali di appartenenza, a fronte dei quali sono stati adottati dal Difensore civico i relativi provvedimenti in sede di riesame». Altri dati dalla relazione: «Dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 sono state esaminate ed evase tutte le pratiche presentate presso l’Ufficio del Difensore civico. Ogni pratica presa in considerazione è caratterizzata prevalentemente da alcuni elementi comuni, quali l’istanza di accesso agli atti amministrativi, presentata dall’interessato alla Pubblica amministrazione, il diniego tacito o espresso, parziale o totale, o il differimento, rilasciato dall’amministrazione e la conseguente istanza di riesame presentata all’Ufficio del Difensore civico regionale. Nel 97% circa dei casi è avvenuta l’ostensione dei documenti amministrativi da parte della Pubblica amministrazione compulsata, a riprova della volontà da parte delle amministrazioni di voler instaurare un proficuo rapporto collaborativo con l’Ufficio del Difensore civico. Il dato presenta una leggera flessione rispetto all’anno precedente (2023), dove si è registrato il 99% di esiti positivi successivi alla richiesta formulata dal Difensore civico. Tale flessione deve però essere contestualizzata nell’ambito dell’accresciuto numero delle istanze che, come precedentemente sottolineato, sono passate da 97 a 139 (+ 43,3%). Mette conto sottolineare che molte volte il ritardo delle Pubbliche amministrazioni interessate nel rispondere alla richiesta di accesso agli atti da parte del Cittadino/Associazione/Comitato, ecc. (che ha determinato, di conseguenza, il ricorso al Difensore civico) è da attribuirsi all’enorme carico di lavoro che quotidianamente grava su di esse».
Conclusioni
In quest’ottica – conclude il Difensore civico della Regione Calabria – «si può affermare che, a quaranta anni dalla legge istitutiva, la sua elezione ad opera del Consiglio regionale ha dato il via ad un nuovo corso, producendo una significativa inversione di tendenza nei rapporti tra amministrato e Pubblica amministrazione regionale, raggiungendo risultati molto incoraggianti. tutelare il buon andamento dell’azione amministrativa, assicurare la difesa dei diritti soggettivi stragiudizialmente, curare gli interessi legittimi collettivi e diffusi, garantendo il rispetto dei principi di imparzialità, legalità, trasparenza, efficienza ed efficacia dell’attività amministrativa, non rendono il Difensore civico lo “sceriffo” dell’operato altrui, ma l’Istituzione regionale autonoma e di garanzia, dedicata a semplificare il rapporto, spesse volte conflittuale, tra cittadini e Pubblica amministrazione con l’obiettivo di risolvere, o quanto meno tentare di risolvere, i problemi che tra questi dovessero sorgere». (c. a.)
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