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il nuovo papa

Fumata bianca, eletto il nuovo Papa

Un’ovazione è salita da piazza San Pietro. È stato eletto il 267esimo Pontefice

Pubblicato il: 08/05/2025 – 18:11
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Fumata bianca, eletto il nuovo Papa

ROMA Alle 18.08 la fumata bianca e le sei campane della Basilica di San Pietro hanno annunciato l’esito positivo del Conclave: è stato eletto il nuovo Papa. Una elezione accolta da un’ovazione salita da piazza San Pietro.
Il nuovo Pontefice, il il 267esimo, è stato eletto più velocemente di quanto accadde nel 2013 a Jorge Mario Bergoglio che era stato eletto al quinto scrutinio, sempre nella seconda giornata del conclave. Un grande applauso tra i fedeli che stanno assistendo alla Messa nella basilica di Santa Maria Maggiore è scattato quando un sacerdote è salito al pulpito e ha annunciato: «Poco fa c’è stata la fumata bianca è stato eletto il Papa. Non lo conosciamo ancora ma preghiamo già per lui».

Il nuovo Papa ora in Stanza delle lacrime per indossare talare bianca 

Il nuovo Papa ha dunque accettato la nomina e scelto il nome. Ora si è recato nella “Stanza delle lacrime”, adiacente alla Cappella Sistina. Qui dopo qualche istante di raccoglimento indosserà la talare bianca. Poi, dopo aver salutato i cardinali, si affaccerà dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro per essere presentato ai fedeli. Dalla stessa Loggia intanto poco prima sarà stato fatto l’annuncio Habemus papam, che sarà pronunciato dal cardinale protodiacono Dominique Mamberti. Poi la benedizione Urbi et orbi.

Sarà Mamberti a pronunciare l’Habemus papa

Per la seconda volta consecutiva è toccato a un cardinale francese, nel ruolo di protodiacono, pronunciare la formula solenne dell’elezione del nuovo pontefice affacciandosi dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro. Nel 2013 a pronunciare “Habemus Papam” seguito dal nome di Francesco fu il cardinale Jean-Louis Tauran. Tauran, affetto dal Parkinson, affrontò con voce incerta ma intensa il momento dell’annuncio. Il suo “Georgium Marium… qui sibi nomen imposuit Franciscum” è entrato nella storia: Jorge Maria Bergoglio è stato il primo Papa con questo nome e il primo gesuita sul trono di Pietro.
È lui la voce che, affacciandosi dalla Loggia centrale di San Pietro, pronuncerà le parole più attese dalla cristianità in occasione di un nuovo conclave: ”Habemus Papam”. Il cardinale francese Dominique Mamberti, attuale protodiacono del Collegio cardinalizio, è molto più di un cerimoniere del momento: è il volto di una lunga carriera vissuta tra diplomazia, fede e mediazione internazionale. Nato a Marrakech nel 1952 da genitori originari della Corsica – durante il periodo del protettorato francese in Marocco – Mamberti incarna quella geografia umana e culturale che ha sempre attraversato i confini. Ordinato sacerdote per la diocesi di Ajaccio, la sua formazione e il suo destino sono presto orientati alla diplomazia vaticana. Dopo gli studi presso la Pontificia Accademia Ecclesiastica, entra nel servizio diplomatico della Santa Sede e viene assegnato a missioni delicate in Africa e America Latina. Ma è con papa Benedetto XVI che Mamberti raggiunge il vertice della diplomazia vaticana, diventando nel 2006 Segretario per i Rapporti con gli Stati, una sorta di ”ministro degli Esteri” del Vaticano. In quell’incarico si è confrontato con dossier cruciali: dalla libertà religiosa alle relazioni con l’Islam, dal dialogo con la Cina alle tensioni in Medio Oriente. 

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