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‘Ndrangheta, blitz contro gli Abbruzzese e i Forastefano: 4 arresti – NOMI

4 arresti, un divieto di dimora. Le indagini sulle cosche “Abbruzzese” e “Forastefano”, attive a Cassano all’Ionio e comuni limitrofi

Pubblicato il: 09/05/2025 – 7:58
‘Ndrangheta, blitz contro gli Abbruzzese e i Forastefano: 4 arresti – NOMI

COSENZA Nelle prime ore della mattina del 9 maggio, in provincia di Cosenza, a Cuneo e Parma, è stata data esecuzione ad un’ordinanza cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei confronti di 5 indagati, 4 dei quali destinatari di custodia in carcere ed 1 di divieto di dimora nella regione Calabria, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati nei loro confronti, di associazione di tipo mafioso e tentata estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità di agevolazione mafiosa.

In carcere sono finiti:

Nicola Abbruzzese “Semiasse” (cl. ’79);
Marco Abbruzzese “u palumm” (cl. ’81);
Pasquale Forastefano (cl. ’87);
Finizia Pepe (cl. ’88)

Divieto di dimora in Calabria per:

Francesco Faillace (cl. ’83);

Nicola_Abbruzzese_semiasse
Nicola Abbruzzese “Semiasse”

Le indagini

Il provvedimento scaturisce da una attività di indagine coordinata dalla Ddda di Catanzaro e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cosenza, consistita nel riscontrare le denunce presentate da due imprenditori in ordine a patite tentate estorsioni, nonché nel valorizzare le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia. Le risultanze acquisite, in particolare, hanno permesso di ricostruire, in termini di gravità indiziaria (nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa), l’operatività delle cosche di ‘ndrangheta “Abbruzzese” e “Forastefano”, attive a Cassano allo Ionio e comuni limitrofi. Le attività estorsive ascritte agli indagati si inquadrano nel più ampio progetto criminoso finalizzato a reperire i fondi necessari a garantire il sostentamento dei sodali, con particolare riferimento a quelli detenuti e relativi familiari.

Il delitto di associazione mafiosa è contestato ad un soggetto considerato reggente della cosca “Abbruzzese” a seguito delle plurime operazioni che hanno portato alla detenzione degli altri sodali, nonché ad altro soggetto, convivente di uno degli elementi apicali della consorteria, quale coadiutore nella gestione della contabilità, nonché intermediario nelle comunicazioni tra gli associati. Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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