‘Ndrangheta, omicidi e agguati: per le curve di Inter e Milan si spara (e si indaga) ancora
L’ultimo tentato omicidio è avvenuto in pieno centro a Milano. Nel mirino un ultrà milanista sventato ai colpi di pistola. Nuovo lavoro per i pm Storari e Ombra

LAMEZIA TERME Un sanguinoso omicidio costato la vita ad un rampollo di ‘ndrangheta; un cold case risolto dopo due anni e mezzo. Ma per le vie di Milano si continua a sparare e, gli obiettivi, sono sempre loro: ultrà di Inter e Milan. L’ultimo episodio è forse più allarmante perché avvenuto proprio dopo due fatti di cronaca di strettissima attualità che hanno alzato il velo sul mondo del tifo organizzato delle due squadre milanesi. E, soprattutto, colpiti duramente dall’operazione “Doppia Curva” della Distrettuale antimafia di Milano.
La stessa che, ancora coi pm Paolo Storari e Sara Ombra, dovrà indagare insieme alla Squadra mobile per ricostruire l’agguato avvenuto giovedì, in pieno giorno, in mezzo al traffico.

L’obiettivo? Un ultrà milanista, Luca Guerrini (cl. ’97). Poco dopo le 13, in via Imbriani, periferia nord, due uomini vestiti di scuro e con casco integrale si sono avvicinati a bordo di uno scooter all’auto del 27enne ferma al semaforo. Il passeggero del motorino è sceso e ha esploso tre colpi con una pistola scacciacani modificata. Due colpi si sono conficcati nella macchina, senza colpirlo, mentre al terzo sparo l’arma si è inceppata e Guerrini è riuscito a scendere e a fuggire a piedi. In uno zaino, all’interno del bagaglio, gli investigatori hanno trovato una grande bandiera e uno striscione della curva milanista. Agli investigatori il 27enne ha raccontato di essere stato seguito per un tratto di strada dai due, ma di non avere idea del motivo per cui sia diventato un bersaglio. Anzi, ha lasciato intendere, senza dichiararlo esplicitamente a verbale, che potrebbe essersi trattato di uno scambio di persona. Una versione che non sembra credibile.

Anche perché il suo nome – senza tuttavia essere indagato – era emerso nelle informative che hanno portato all’inchiesta “Doppia Curva”. Guerrini, particolarmente legato alla figura del “Joker” Luca Lucci, già sotto processo, avrebbe partecipato all’agguato ai tifosi della Dinamo Zagabria (2022) e all’affissione di uno striscione intimidatorio nei confronti del giocatore dell’Inter Federico Dimarco. Ma, soprattutto, Guerrini insieme ad un altro socio soprannominato “Marcone” avrebbe gestito uno dei punti vendita dei centri “Italian Ink”, marchio avviato in franchising dal capo ultrà Lucci, a Milano-Bovisa. Lucci è in carcere dal 30 settembre dopo il blitz “Doppia Curva” e il 27enne, secondo una prima ipotesi investigativa, avrebbe fatto un salto nella gerarchia della Sud del Milan ma, anche su questo fronte sono in corso accertamenti.

Insomma, una nuova matassa da sciogliere per gli inquirenti della Dda di Milano. L’arresto dei capi ultrà, e il conseguente vuoto di potere, potrebbe aver scatenato nuovi appetiti per chi, invece, è rimasto in libertà. E, come la recente inchiesta dimostrerebbe, gli introiti delle curve di San Siro fanno gola a molti e chi è intenzionato ad accaparrarseli non ha alcuna paura di sparare e di uccidere. Anche in pieno giorno, in mezzo al traffico. (g.curcio@corrierecal.it)
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