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Colpo al clan Labate, Lombardo: «Necessario raccontare cos’è la ‘ndrangheta»

Il procuratore ff della Dda: «Tante persone perbene devono trovare il coraggio di prendere le distanze dai fenomeni mafiosi»

Pubblicato il: 13/05/2025 – 13:30
Colpo al clan Labate, Lombardo: «Necessario raccontare cos’è la ‘ndrangheta»

REGGIO CALABRIA «Non dobbiamo pensare che l’azione di contrasto ai fenomeni mafiosi sia soltanto da portare avanti in ambito giudiziario. I fenomeni mafiosi hanno una struttura particolarmente complessa e insidiosa, che deve essere “aggredita” non soltanto in ambito giudiziario. In ambito giudiziario le risposte arrivano. Dobbiamo generare dei meccanismi virtuosi con cui, raccontando costantemente il fenomeno, rendiamo tutti consapevoli delle chiavi di lettura per riconoscere il fenomeno». Così il procuratore facenti funzioni della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo a margine della conferenza stampa sull’operazione della Dda, che questa mattina ha portato all’arresto di quattro persone legate alla cosca Labate, articolazione ‘ndranghetista egemone nel quartiere Gebbione, nella periferia sud della città dello Stretto. «Le logiche mafiose – ha detto Lombardo – sono logiche apparentemente di basso livello, ma che sono particolarmente evolute perché c’è una stratificazione operativa che caratterizza l’operatività della ‘ndrangheta, tanto nei territori tradizionali, quelli di origine, che in territori apparentemente distanti da Reggio Calabria o dalle logiche criminali. La ‘ndrangheta è un insieme di componenti, ha obiettivi evoluti e ha una struttura enorme. Abbiamo delle stime che ci consentono di dire che gli affiliati alla ‘ndrangheta probabilmente sono ben oltre i 60mila soggetti. La ‘ndrangheta movimenta capitali imponenti, miliardi di euro».

Il contrasto alla ‘ndrangheta. «Non ci arrenderemo»

Il procuratore, parlando con i giornalisti, ha sottolineato l’importanza di raccontare il fenomeno mafioso e dare atto di quello che è lo sforzo costante dei magistrati per il contrasto alla ‘ndrangheta. «Il nostro impegno è costante – ha detto Lombardo – su un fenomeno criminale che è considerato, oggi, la mafia italiana con le maggiori capacità operative, tanto in Calabria, in Italia e nel resto del mondo. Non è possibile abbassare la guardia e siamo chiamati tutti insieme a fare sforzi straordinari per dare risposte e giustizia alle persone che conoscono il fenomeno ‘ndrangheta e che sperano che questo fenomeno un giorno possa essere raccontato come qualcosa che non esiste più». «In questo momento – ha aggiunto Lombardo – ci sono decine di magistrati che si stanno occupando di ‘ndrangheta nelle aule di giustizia, perché quello che è il lavoro investigativo, quando i presupposti sono ritenuti presenti, diventa lavoro processuale. Raccontare costantemente il lavoro che i magistrati fanno in questa terra, ogni giorno, nel corso di udienze a volte lunghissime, è l’unica risposta possibile per dire a chi quelle logiche non le vuole accettare. Noi ci siamo sempre. Non ci arrenderemo». E infine il procuratore ha rivolto un invito ai giornalisti sottolineando che «la ‘ndrangheta si alimenta di silenzi»: «Avete una capacità informativa straordinaria per spiegare alle persone cosa è ‘ndrangheta e cosa non lo è. Se non si esce da questo nebuloso concetto che spesso viene compreso solo dagli addetti ai lavori, non si arriverà mai a quella presa di distanza definitiva che le persone perbene in questa terra, e sono tantissime, devono trovare il coraggio di fare». (m.r.)

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