SAN FERDINANDO Il brigadiere Antonino Marino, «un uomo che ha vissuto la divisa come una missione». Con queste parole il ministro della Difesa Guido Crosetto ha reso omaggio, attraverso un messaggio, al militare ucciso nel 1990 in un agguato di ‘ndrangheta. In onore del militare, Medaglia d’oro al Valor civile, è stata intitolata questa mattina la nuova Stazione dei Carabinieri a San Ferdinando, nel reggino, dove il brigadiere operava quando è stato ucciso. La stazione, peraltro, sorge in un bene concesso dal comune mentre gli alloggi in beni confiscati ai Bellocco.
Alla cerimonia hanno partecipato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, il Comandante Generale dell’Arma Salvatore Luongo, il Commissario straordinario di Governo Fabio Ciciliano. Presenti le massime autorità del territorio: tra gli altri il presidente della Regione Roberto Occhiuto, il prefetto di Reggio Calabria Clara Vaccaro, il sindaco Gianluca Gaetano, il comandante provinciale Totaro, il questore La Rosa, il procuratore ff della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, lontano per impegni istituzionali, ha inviato un messaggio in cui ha sottolineato l’importanza di onorare la memoria del brigadiere Marino, ucciso nel 1990 a Bovalino Superiore per il suo impegno di contrasto ai clan che aveva portato avanti negli anni precedenti, in particolare nella Locride, in qualità di comandante della stazione di Platì, prima di essere trasferito a San Ferdinando. Un uomo, ha sottolineato Crosetto, che «ha contrastato con coraggio la criminalità organizzata, compiendo una battaglia di civiltà che ha portato avanti fino all’estremo sacrificio». E poi il messaggio rivolto alla famiglia del militare, alla moglie Vittoria e ai figli Francesco e Antonino: «Vi rivolgo parole che nascono dal cuore: grazie per essere riusciti a trasformare il dolore in una forza immensa».
Il sottosegretario Mantovano ha ringraziato i cittadini «presenti per inaugurare un presidio così importante». «Oggi – ha detto – è una giornata importante per tutta la Calabria». Presente anche il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto: «È bello che lo Stato sia oggi presente per ricordare la sua forza e per ricordare chi ha sacrificato la propria vita, come il brigadiere Marino. È bello che ci sia la comunità di San Ferdinando, è il messaggio di una comunità che si ribella ai luoghi comuni. Quelli della ‘ndrangheta – ha aggiunto il presidente – non sono uomini d’onore, ma sono uomini che hanno disonorato la loro terra. In Calabria – ha detto Occhiuto – c’è la ‘ndrangheta e ci fa schifo, ma c’è anche lo Stato che si oppone».
«Quella di oggi non è solo l’inaugurazione di una nuova caserma, ma un segnale forte della presenza concreta dello Stato in territori complessi come San Ferdinando, simbolo di legalità, sicurezza e fiducia nelle Istituzioni»: è quanto ha affermato il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro a margine della cerimonia, evidenziando il valore strategico della struttura: «Questo presidio si inserisce in un disegno più ampio di rigenerazione e rilancio, sostenuto dal Governo con un piano straordinario da 180 milioni di euro destinato alle aree più a rischio del Paese, tra cui i Comuni di Rosarno e San Ferdinando, ciascuno destinatario di 10 milioni per progetti infrastrutturali e di coesione sociale». Il sottosegretario Ferro, che ha delega ai beni confiscati, ha anche evidenziato l’impegno del governo Meloni nel riutilizzo degli immobili sottratti alle cosche per finalità sociali e istituzionali, 3.700 quelli già destinati in Calabria: «Un immobile riconducibile alla cosca Bellocco viene trasformato in alloggi di servizio per i carabinieri. È la dimostrazione che lo Stato può trasformare i simboli del potere mafioso in strumenti di legalità». Il sottosegretario Ferro ha ricordato anche il brigadiere Antonino Marino, a cui è stata intitolata la caserma, ucciso nel 1990 in un agguato mafioso: «La sua memoria è un monito e un esempio. Questa sede sarà un luogo di prossimità, ascolto e legalità. Lo Stato è qui, e intende restare per proteggere i più deboli, offrire alternative ai giovani e rendere questi territori più sicuri, attrattivi e competitivi».
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