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“ControEcomafie”

Da Legambiente e Libera 5 proposte per la giustizia ambientale e sociale

Con la presentazione del manifesto si è conclusa la due giorni della Conferenza nazionale

Pubblicato il: 17/05/2025 – 16:38
Da Legambiente e Libera 5 proposte per la giustizia ambientale e sociale

ROMA Cinque proposte, cinque impegni per la “giustizia ambientale e sociale”. Con la presentazione del manifesto si è conclusa la due giorni di ControEcomafie, la Conferenza nazionale organizzata da Legambiente e Libera in collaborazione con l’Università Roma Tre e “Casa comune” in occasione del decennale dell’approvazione della legge del 2015 che ha introdotto i delitti contro l’ambiente nel codice penale. Nel manifesto sono raccolte le proposte di Legambiente e Libera al governo e al Parlamento e gli impegni per rafforzare una rivoluzione iniziata dieci anni fa, contrastando con più efficacia le ecomafie in tutti i settori dove fanno affari d’oro a discapito dell’ambiente, della salute dei cittadini e dell’economia.

La Calabria prima per disastri ambientali

I dati raccolti da Legambiente e Libera sui primi dieci anni di applicazione della legge sono preoccupanti: quasi 7mila reati accertati dalle forze dell’ordine e dalla capitanerie di porto (uno ogni 3 controlli), oltre 12mila persone denunciate, centinaia di arresti, quasi duemila sequestri effettuati per un valore di oltre un miliardo di euro. La Campania è prima come controlli, reati complessivi (1.440), attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (351), e relativi alla parte Sesta-bis del testo unico ambientale (869). La Puglia è prima per il delitto di inquinamento ambientale (260) seguita da Sicilia, Calabria e Campania e per numero di arresti (100). La Calabria è prima per il reato di disastro ambientale (59). La Sicilia è prima come valore dei beni sequestrati (432,1 milioni di euro), seguita da Calabria e Campania. La Sardegna è prima per controlli e violazioni della legge 231/2001 (179) e seconda per quelli previsti dalla parte Sesta-bis del Testo unico ambientale.

Da Legambiente e Libera cinque proposte

«La consapevolezza della gravità di questi fenomeni è cresciuta in Italia» affermano Legambiente e Libera. «Ma sono ancora troppi i ritardi accumulati, come dimostrano le mancate bonifiche nei siti d’interesse nazionale o la sentenza di condanna da parte della Corte europea dei diritti umani per la mancata tutela del diritto alla vita di chi vive nella Terra dei fuochi, tra le province di Napoli e Caserta. La dimensione transnazionale dei crimini ambientali richiede maggiore attenzione e impegno da parte di tutti gli Stati». In questo scenario di «forte preoccupazione, per il crescente impatto ambientale, sociale ed economico della criminalità ambientale, è decisivo rafforzare il sistema normativo e il ruolo delle istituzioni nelle attività di prevenzione e repressione, in Italia, a livello europeo e internazionale», osservano le associazioni.
Legambiente e Libera avanzano cinque proposte: recepire in tutti i Paesi dell’Unione europea la direttiva del 2024 per la tutela penale dell’ambiente, integrando il codice penale con i nuovi delitti e definendo una strategia nazionale di lotta all’ecocriminalità; definire, nell’ambito della convenzione internazionale sulla criminalità organizzata, un quadro di impegni condivisi per il contrasto dei crimini transnazionali contro l’ambiente; inserire nel Codice penale i delitti contro il patrimonio agroalimentare e quelli contro gli animali; rafforzare la lotta all’abusivismo edilizio; accelerare la bonifica dei siti d’interesse nazionale gravemente inquinati, insieme allo sviluppo di progetti di riconversione ecologica. 

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