Ultimo aggiornamento alle 23:30
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

inchiesta “millennium”

Debito da 45mila euro e sequestro lampo. La «tensione» tra clan per un acquisto mancato di cocaina

Le trattative tra i Barbaro e gli Alvaro e il pagamento in tranches. La sostanza non era stata consegnata all’acquirente

Pubblicato il: 21/05/2025 – 18:59
Debito da 45mila euro e sequestro lampo. La «tensione» tra clan per un acquisto mancato di cocaina

REGGIO CALABRIA Il “sequestro lampo” di un esponente del clan Alvaro di Sinopoli per chiedere il pagamento di un debito per un acquisto andato male di cocaina. Ad ordinarlo Giuseppe Barbaro, cl.’56, detto “u castanu”, boss ed esponente di spicco dell’omonima cosca di Platì. Una vicenda che vede contrapposte due potenti famiglie di ‘ndrangheta, risolta con il pagamento, con interessi, del debito. L’episodio è contenuto nell’ordinanza dell’inchiesta “Millennium” della Dda di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto di 97 persone e fatto luce sull’operatività dei “locali” reggini di Sinopoli, Platì, Locri, Melicucco e Natile di Careri, nonché di quelli di Volpiano, in provincia di Torino, e Buccinasco (Milano), Coinvolte le consorterie di ‘ndrangheta operanti nei tre mandamenti della provincia reggina: Centro, Ionico e Tirrenico. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno all’associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico, anche internazionale, di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, scambio elettorale politico mafioso e detenzione e porto di armi.

La vicenda

Protagonisti della vicenda due clan al vertice dei mandamenti Ionico e Tirrenico. Un momento di forte tensione tra i Barbaro “Castani” di Platì e gli Alvaro di Sinopoli, con il sequestro lampo di un appartenente alla cosca Alvaro – che sarebbe stato minacciato con una pistola – per un debito di 45mila euro. Una vicenda antecedente al settembre 2020 – scrive il gip – che ha permesso di tracciare l’atteggiarsi dei rapporti tra le due consorterie. Secondo quanto emerso dalle indagini, il debito era stato maturato da un tentativo di importazione di droga non andato a buon fine.

Le trattative

La sostanza, infatti, non era stata consegnata all’acquirente e Barbaro a quel punto aveva dato ordine affinché il sequestro avvenisse presso un casolare di Ardore fino a che il debito non fosse stato – almeno inizialmente – parzialmente saldato, cosa avvenuto al termine di alcune trattative. Diecimila euro vengono pagati al momento della liberazione, diverse tranche in seguito.
Un pagamento che – secondo quanto emerge anche tramite le intercettazioni – Barbaro concede “a rate”. Dopo un lungo dialogo si arriva al raggiungimento dell’accordo definitivo per la liberazione, fissato sempre a 45mila ma la cui consegna veniva dilazionata in più tranche: («dovete tenere conto che sono 45! Perché se voi non mi portate i 45, io, mi mettete in un grosso problema». «però mi potete dare un altro paio di giorni di tempo per racimolarveli in qualche modo?»).
(m.r.)

Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x