CATANZARO «L’iniziativa che la Procura regionale ha assunto in relazione a quest’opera pubblica strategica per il territorio che è la Diga sul fiume Melito è emblematica di come ci siano diverse incongruenze nel modo di gestire le opere pubbliche nella pubblica amministrazione. E’ un’occasione per il territorio calabrese che è stata irrimediabilmente». Lo ha detto il procuratore regionale della Corte dei Conti, Ermenegildo Palma, in un video diffuso dalla Guardia di finanza di Catanzaro con riferimento all’indagine che ha portato alla contestazione di un danno erariale di circa 260 milioni per la mancata realizzazione della Diga sul fiume Melito.
«Denaro dei contribuenti – ha aggiunto Palma – che è stato sottratto alla reale disponibilità del territorio, perché destinato a finalità che non sono state produttive. Errori di progettazione, valutazioni sbagliate sull’adeguamento del progetto alle istanze del Servizio Dighe che prescindono dalle scelte politiche, hanno determinato una stasi nei lavori che poi nel tempo si è trasformata nella definitiva perdita dell’occasione, per la regione, di un’opera pubblica fondamentale sia per l’agricoltura sia per la produzione dell’energia. Decisivo il contributo della Guardia di Finanza a cui va il mio plauso». A sua volta, il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, Pierpaolo Manno, ha osservato: «La mancata realizzazione di un un’opera pubblica strategica per il territorio, oltre a determinare un danno indiretto al cittadino che avrebbe dovuto beneficiare delle conseguenti utilità, comporta contestualmente l’individuazione dei connessi profili di responsabilità erariale a carico dei soggetti incaricati dell’esecuzione dell’opera. Profili che la Guardia di Finanza ha individuato operando in stretta sinergia con la Procura regionale della Corte dei Conti della Calabria». (redazione@corrierecal.it)
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