LAMEZIA TERME Associazione mafiosa e, soprattutto, il reimpiego dei proventi illeciti cadute per un gran numero di imputati per i quali, ora, dovrà essere rideterminata la condanna. È l’esisto sostanziale del giudizio giunto in Cassazione per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato nel processo “Rinascita-Scott”.
La Cassazione ha così annullato senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di: Baldo Manuele Michele, Mazzotta Francesca (assistita da Sergio Rotundo), Mazzotta Mariangela (assistita da Luca Cianferoni) e Morgese Rossana perché «il fatto non sussiste». Inoltre, annulla senza rinvio Panetta Costantino Emanuele, Salamò Giuseppe Antonio e Tulosai Salvatore «per non avere commesso il fatto». Per quest’ultimo (difeso dagli avvocati Vincenzo Sorgiovanni e Giuseppe Gervasi) dopo 6 anni di carcere e cinque annullamenti in fase cautelare, è stata disposta ora la scarcerazione.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di Serafino Alessandria per alcuni capi d’imputazione. Annullata, inoltre, la sentenza impugnata nei confronti di: Gasparro Gregorio, Lo Bianco Maria Carmelina, Mantella Vincenzo, Rizzo Giovanni, Patania Antonio, Prestanicola Andrea e Scriva Giuseppe, con rinvio al giudice di merito per nuovo giudizio.
Dovrà essere rideterminata la pena anche per via della caduta del comma 6 del 416-bis, ovvero il reimpiego dei proventi illeciti, per: Barba Raffaele Antonio Giuseppe, Carchedi Paolo, Chiarella Carmelo, Cracolici Domenico, Di Miceli Filippo, Dominello Michele, Franzè Nazzareno, Gallone Francesco, Gentile Sergio, Giofrè Gregorio, Lopreiato Giuseppe, Macrì Domenico, Macrì Luciano, Pardea Domenico, Pardea Francesco, Antonio Pugliese, Carchedi Michele, Morgese Salvatore e Orecchio Filippo.
Stessa sentenza per: Camillò Domenico, D’Andrea Carmelo Salvatore, D’Andrea Giovanni Claudio, Lo Bianco Nicola, Lo Bianco Salvatore, Prestia Domenico, per i quali la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, rinviando al giudice di merito per la rideterminazione della pena, così come per Gregorio Niglia oltre ad una serie di aggravanti, con rinvio per nuovo giudizio sui predetti capi e punti. Stessa aggravante caduta per Pasquale Gallone, nonché per un altro capo per «essere il reato improcedibile per mancanza di querela». Annulla senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di Luca Belsito (assistito dall’avvocato Luca Cianferoni), anche per lui in ordine all’aggravante di cui all’articolo 416-bis, comma 6 oltre ad un altro capo d’imputazione ora estinto per prescrizione. Toccherà al giudice di merito rideterminare la pena.
Annullata senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di Pasquale Antonio D’Andrea: per un capo d’imputazione il «fatto non sussiste» mentre è caduta l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Cadute le aggravanti dell’agevolazione mafiosa nel contesto trans-nazionale per Shkurtaj Lulezim e Fabio De Gaetano per i quali la Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, con rinvio a nuovo giudizio. Annulla la sentenza impugnata nei confronti di De Gaetano Nicola e De Certo Giuseppe, con rinvio per nuovo giudizio, con la caduta dell’aggravante dell’agevolazione mafiosa, così come per Luigi Leonardo Vitrò. Annulla senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di Michele Manco in ordine all’aggravante di cui all’art. 416-bis comma 6, rinviando al giudice di merito per la rideterminazione della pena.
La Cassazione ha annullato senza la sentenza impugnata nei confronti di Impellizzeri Antonietta, Prestia Andrea Maria e Prestia Carmelo quanto alle confische disposte nei loro confronti. Dichiara inammissibile, invece, il ricorso di Emanuele Mancuso, rideterminando la pena a 2 anni, 8 mesi 24 giorni.
Ricorsi dichiarati inammissibili per Gianluigi Cavallaro (3 anni e 6 mesi), Michele Galati (4 anni), il collaboratore Gaetano Antonio Cannatà (2 anni, 10 mesi e 20 giorni), il pentito Bartolomeo Arena (3 anni, 9 mesi e 10 giorni), Emiliano Palamara (6 anni e 8 mesi), Lorenzo Polimeno (8 anni e 8 mesi), Saverio Sacchinelli (13 anni e 4 mesi), condannati anche alle spese processuali e €3.000 alla Cassa delle Ammende. Ricorsi rigettati, e quindi anche per loro la pena va definitiva, pure per Lucio Belvedere (3 anni e 4 mesi), Orazio Maria Carmelo De Stefano (8 anni e 8 mesi) condannati alle spese processuali.
Infine la Cassazione ha deciso la condanna al pagamento delle spese del grado (liquidate per ciascuno con €3.626 oltre accessori di legge) in favore delle parti civili (Comuni e Associazione Antiracket e Antiusura della Provincia di Vibo Valentia) per Raffaele Antonio Giuseppe Barba, Paolo Carchedi, Carmelo Chiarella, Domenico Cracolici, Filippo Di Miceli, Michele Dominello, Nazzareno Franzè, Francesco Gallone, Pasquale Gallone, Sergio Gentile, Gregorio Giofrè, Francesco Iannello, Giuseppe Lopreiato, Domenico Macrì, Luciano Macrì, Domenico Pardea, Francesco Antonio Pardea, Michele Pugliese Carcheri, Salvatore Morgese, Filippo Orecchio, Domenico Camillò, Carmelo Salvatore D’Andrea, Giovanni Claudio D’Andrea (entrambi assistiti da Luca Cianferoni), Nicola Lo Bianco, Salvatore Lo Bianco, Domenico Prestia, Gregorio Niglia, Luca Belsito.
Le parti civili sono i Comuni di Filogaso, Stefanaconi, Zungri, Limbadi, Pizzo, Sant’Onofrio, San Gregorio d’Ippona, Nicotera, Vibo Valentia, Rionadi, Mileto, Ricadi, Maierato, San Costantino Calabro, Tropea, la Provincia di Vibo Valentia, l’Associazione Antiracket e Antiusura della Provincia di Vibo Valentia, Luigi Furci, Vanya Lekova Danova. (g.curcio@corrierecal.it)
Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Cutrullà, Paride Scinica, Giovanbattista Puteri, Francesco Gambardella, Luca Cianferoni, Vincenzo Cicino, Marianna Puntoriero, Sergio Rotundo, Antonio Crudo, Giuseppe Di Renzo, Diego Brancia, Francesco Sabatino, Francesco Caèria, Vincenzo Gennaro, Giuseppe Gervasi, Giuseppe Bagnato, Francesco Calabrese, Francesco Lojacono, Giovanni Vecchio, Antonino Restuccia, Giovanna Fronte, Guido Contestabile, Salvatore Staiano, Pino Zofrea e Vincenzo Sorgiovanni.
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