Nicaso: «Rischio di non poter entrare negli Usa perché ho criticato Trump»
Lo scrittore calabrese, docente universitario in Canada, ogni anno si reca negli States per impegni accademici

COSENZA È come ai tempi degli “indesiderabili”, i mafiosi che nel secolo scorso venivano mandati via dal governo statunitense: ma stavolta anziché rispedirli a casa, si nega loro l’ingresso. E soprattutto in questo caso non si parla di mafiosi, tutt’altro. Proprio l’altro ieri, in occasione di un incontro pubblico all’Unical per ricordare il 33esimo anniversario della strage di Capaci, Antonio Nicaso – saggista e docente di storia delle organizzazioni criminali alla Queen’s University di Kingston in Canada oltre che tra i massimi esperti di storiografia delle mafie – ha raccontato a una vasta platea di studenti che «quest’anno forse non potrò entrare negli Usa come in passato, perché ho criticato questo presidente di cui non voglio fare neanche il nome». Nicaso ha specificato che negli anni passati si è recato negli States per motivi accademici legati a un corso universitario cui collabora come membro della commissione.
La stretta di Trump
L’amministrazione Trump ha recentemente introdotto misure restrittive sull’immigrazione, riprendendo e ampliando il “travel ban” del 2017. Il 20 gennaio 2025, il presidente rieletto ha firmato l’ordine esecutivo 14161, che prevede un rafforzamento dei controlli sui visti e l’ingresso negli Stati Uniti per cittadini di 43 Paesi, suddivisi in tre categorie (lista rossa, arancione e gialla a seconda del divieto totale d’ingresso, delle restrizioni parziali con limitazioni su visti turistici e d’immigrazione o della concessione di 60 giorni per adeguarsi agli standard di sicurezza richiesti). Oltre al travel ban, l’ordine esecutivo 14159 ha introdotto ulteriori misure tra le quali l’espansione dell’uso della rimozione accelerata, permettendo deportazioni rapide senza udienza.
Politiche che hanno suscitato critiche da parte di organizzazioni per i diritti civili e istituzioni accademiche, come Harvard, che ha visto revocata la certificazione per studenti internazionali, mettendo a rischio circa 6.800 studenti stranieri.
Attualmente, l’implementazione del travel ban è stata posticipata, ma le misure di controllo e le deportazioni sono già in corso. (euf)
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