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Bufera sui concorsi a Cosenza, Caruso: «Basse insinuazioni di chi ha interessi diretti in questo Palazzo»

Le opposizioni: «Presenti persone vicine al sindaco». La replica: «Chi mi attacca ha pagato un canone amorale per immobile da 21 vani»

Pubblicato il: 27/05/2025 – 14:18
di Fabio Benincasa
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Bufera sui concorsi a Cosenza, Caruso: «Basse insinuazioni di chi ha interessi diretti in questo Palazzo»

COSENZA «In comune si respira aria pulita». Lo ripete più volte Franz Caruso, sindaco di Cosenza, in una rovente conferenza stampa indetta per rispondere alle opposizioni che nei giorni scorsi avevano indicato la presenza tra i vincitori di un concorso di persone vicine al primo cittadino. Nel mirino dei firmatari –  Francesco Spadafora, Giuseppe D’Ippolito, Ivana Lucanto, Michelangelo Spataro, Francesco Caruso, Alfredo Dodaro, Francesco Luberto e Antonio Ruffolo – sono finite le procedure concorsuali per il settore welfare, che avrebbero portato all’assunzione – tra gli altri – anche della nuora del sindaco: Rita Rocchetti.

La risposta di Caruso

«La vicenda per la quale siamo qui non è riferibile al comune di Cosenza, ma all’ambito territoriale. Il settore Welfare, infatti, è diviso in ambiti territoriali, il nostro è composto da 14 comuni e da sindaci dai quali ho ricevuto collaborazione e proposte. In questo ambito si inserisce il concorso caratterizzato da contratti a tempo determinato e indeterminato, di figure varie, che dal 2018 prestano servizio nel settore Welfare», precisa Caruso. Che prosegue: «Tutti chiamati a collaborare, sulla base di una long list e su titoli e esperienze. Una lista fatta nel 2018. La mia amministrazione non c’era e su questi concorsi non sono stati presentati ricorsi». La “difesa” del primo cittadino cosentino prosegue, e il discorso si sposta su Rita Rocchetti. «Sulla presenza di mia nuora nell’elenco, tengo a precisare che operava in questo settore già dal 2018, ben prima di avere un rapporto sentimentale con mio figlio. Mia nuora è stata candidata nel 2016 in una lista a sostegno di Mario Occhiuto». E poi l’affondo sulle opposizioni. «Quelle avanzate sono basse insinuazioni, di chi in questi palazzi ha interessi diretti. Li spazziamo via come stiamo facendo con i rifiuti della città. Non ho interessi in nessun settore, amministro legalmente Cosenza e oggi quel profumo di pulito si respira ancora a dispetto delle insinuazioni di miseri uomini».

Il “mistero” della residenza con un canone «amorale»

Caruso si presenta come è solito fare in tribunale, d penalista carte in mano passa in rassegna punto per punto la sua arringa. «Rita Rocchetti dinanzi a questa situazione ha esternato la volontà di non partecipare al concorso, pur essendo nel settore da sette anni. Avevo sostenuto la sua scelta poi i sindaci dell’ambito territoriale mi hanno invitato a riflettere ed a rivedere la mia posizione. Mi hanno convinto a desistere». Il primo cittadino passa al contrattacco e oltre a respingere al mittente le accuse, lancia un affondo brandendo alcuni documenti riferiti ad una residenza destinata ad uso sanitario. «Si tratta di “Villa della Serenità” oggi diventata “Terza Età Srls”. Un immobile composto da 21 vani, con 1.300 metri di corte fittato a fronte di un misero e amorale canone da 1.150 euro all’anno. E c’è anche una morosità importante. Appena insediati ci siamo subito opposti a questo tipo di contratto dalla durata di sei anni». (f.b.)

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