Bufera sul concorso a Cosenza, il centrodestra vuole commissioni esterne
Otto consiglieri di minoranza replicano alle affermazioni del sindaco ieri in conferenza stampa: “Legalità e trasparenza i nostri principi”

COSENZA “E’ veramente curioso che il nostro sindaco ogni qualvolta solleviamo problemi seri sul funzionamento dell’amministrazione abbia reazioni scomposte, sguaiate, personalistiche e prive di fondamento” (qui la replica del primo cittadino). Così i consiglieri comunali di Cosenza Francesco Caruso, Giuseppe D’Ippolito, Alfredo Dodaro, Francesco Luberto, Ivana Lucanto, Antonio Ruffolo, Francesco Spadafora e Michelangelo Spataro (che domattina esporrà le proprie ragioni in una conferenza stampa convocata al terzo piano di Palazzo dei Bruzi).
“La nostra storia personale ci consente e ci permette di avanzare qualunque critica motivata senza timore di alcun confronto non avendo, peraltro, fatto alcuna insinuazione ma esclusivamente e doverosamente rimarcato alcuni aspetti che riguardano l’etica e l’opportunità. E’ un nostro diritto chiedere procedure che facciano della trasparenza il pilastro portante: per questo abbiamo chiesto che tutte le selezioni concorsuali venissero affidate a commissioni esterne al fine di evitare spifferi familistici e professionali vicini all’amministrazione. Tutto ciò a prescindere dalla preparazione dei candidati. Siamo certi che, se a parti invertite, fossimo stati noi ad agire come di fatto ha agito l’attuale amministrazione, avremmo certamente subito attacchi personali in ispecie dal movimento 5 stelle (cancellato da quest’ultima tornata elettorale) la cui parlamentare Orrico dichiarata decaduta dal Parlamento (e salvata solo dal paracadute del proporzionale) avrebbe evocato la piazza e le marce silenziose quando, invece, oggi per ragioni di convenienza solo politica si distingue per il suo silenzio assordante” continuano gli 8 consiglieri.
“Riteniamo che la legalità e la trasparenza siano principi da applicare e non da proclamare rilevando che questi camuffati progressisti e finti riformisti applicano la morale ad usum delphini. Rifiutiamo questo modo di concepire la politica laddove c’è qualcuno che ritiene di avere l’esclusiva della moralità che invece deve essere eguale per tutti” concludono.