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il “caso”

Finanza pubblica, il (pesante) “contributo” della Calabria alla contabilità dello Stato

Proposta di legge della Giunta all’esame del Consiglio prevede il versamento di oltre 15,6 milioni allo Stato. Un adempimento normativo che però incide fortemente a livello territoriale

Pubblicato il: 01/06/2025 – 13:01
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Finanza pubblica, il (pesante) “contributo” della Calabria alla contabilità dello Stato

REGGIO CALABRIA E’ una proposta di legge di routine, nel senso che risponde a un dettato normativo e anche a una sorta di principio di solidarietà nazionale, ma è anche una proposta di legge che suscita qualche considerazione. E’ la proposta di legge che la Giunta regionale guidata dal presidente della Regione Roberto Occhiuto ha predisposto per autorizzare la spesa di 15,6 milioni all’anno per tre anni per il cosiddetto “Concorso agli obiettivi di finanza pubblica”, in pratica un versamento di risorse nelle casse dello Stato. La proposta di legge, adottata nei giorni scorsi su relazione dell’assessore regionale al Bilancio Marcello Minenna, sarà all’esame delle Commissioni competenti del Consiglio regionale e poi dell’aula nelle prossime settimane per l’approvazione finale. Il “concorso agli obiettivi di finanza pubblica” richiesto dallo Stato alle Regioni, Calabria compresa dunque, è previsto dalla Legge di bilancio 2024, le cui disposizioni hanno indotto la Giunta calabrese ad accantonare la somma necessaria ad assicurare il versamento all’entrata del bilancio centrale. “Concorso agli obiettivi di finanza pubblica”, è appunto detto nel linguaggio tecnico, ma in realtà sembra quasi una “tassa” che grava sulla testa e soprattutto sulle tasche della Regione Calabria che si traduce in una ulteriore “ingessatura” del bilancio, e quindi in una minore capacità di spesa e in prevedibili tagli ai servizi per i cittadini. E pesa tanto, sulle casse della Regione, il versamento di risorse allo Stato come “concorso agli obiettivi di finanza pubblica”: al solito sono i numeri che danno la misura di questa zavorra, numeri che parlano di oltre 45 milioni di euro da riversare allo Stato fino al 2027.

Il contesto

Numeri contenuti nell’ultimo Documento di economia e finanza della Regione, approvato a fine 2024. Il Defr esplicita chiaramente ilo contesto nel quale si muove la Regione Calabria. «E’ noto a tutti – si legge – come l’equilibrio del bilancio regionale già negli ultimi anni sia stato posto a dura prova da tagli ai trasferimenti, da misure governative di politica fiscale non sorrette da forme di ristoro per la perdita di gettito sofferto dalle Regioni, da contributi alla finanza pubblica da versare direttamente alle casse statali, da un insieme di misure di contenimento della spesa che hanno assunto anche la forma di accantonamenti volti a ridurre la capacità di spesa corrente. Tutte queste misure – riporta il Documento di Economia e Finanza della Regione – sono andate ad incidere direttamente ed in via progressiva sulla effettiva disponibilità di risorse autonome da destinare ad una potenziale manovra di bilancio. I nuovi contributi di finanza pubblica a carico degli enti territoriali previsti nella manovra di bilancio varata dal Governo, costituiscono un ulteriore e assai problematico peggioramento del contesto di riferimento in cui si muove la finanza regionale». La Giunta così concludeva nel Defr: «L’ulteriore contributo di finanza pubblica richiesto con la manovra statale vale, per la Regione Calabria, circa 12,5 milioni di euro per il 2025, 37,5 milioni di euro nel periodo 2026-28 e circa 58,4 milioni di euro nel 2029. Tali contributi, in aggiunta a quelli vigenti a legislazione vigente e ai riversamenti da effettuare allo Stato, anche a prescindere dalle modalità di attuazione degli stessi (riversamento nelle casse statali o accantonamento da destinare alla copertura del disavanzo) non possono che comportare, in presenza dell’obbligo del pareggio di bilancio, un ulteriore irrigidimento della spesa corrente, con un conseguente prevedibile taglio dei servizi finanziati con le risorse autonome di bilancio o in alternativa, non avendo la possibilità di contrarre debito se non per investimenti, un doloroso aumento della pressione fiscale lasciata alla responsabilità regionale». La morale della favola è che comunque la Calabria sta per staccare un assegno di 15,6 milioni per un anno (e oltre 45 milioni per tre anni) in favore dello Stato: fondi che servono per finanziare le politiche pubbliche nazionali, come servizi sanitari e infrastrutture. E’ evidente che ci sta in una Repubblica ancora solidale (ma con il “cappio” dell’autonomia differenziata che si profila all’orizzonte ai danni del Mezzogiorno e della Calabria), ma il saldo tra crediti e debiti che la Calabria vanta rispetto allo Stato resta sempre sbilanciato a sfavore del livello territoriale. (a. cant.)

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