PIZZO «La prevenzione è fondamentale perché la prognosi per i pazienti con malattia in fase iniziale è migliore. Questo dipende da uno scatto culturale che tutta la regione sarebbe chiamata a fare con la collaborazione di tutte le istituzioni. Poi ovviamente bisogna anche avere la possibilità di curarsi e di curarsi nella propria terra». Lo ha affermato Fabiola Rizzuto (nella foto), direttore della Oncologia di Locri, raccontando la propria esperienza professionale all’evento “Curare è prendersi cura” promosso dal Corriere della Calabria a Pizzo. Rizzuto ha evidenziato che «a Locri una grandissima squadra. Nell’ambito dell’ospedale abbiamo la possibilità di fare squadra anche con altri reparti. Oltre a un percorso nel nostro reparto siamo in rete con gli oncologici di altre strutture. Stiamo poi cercando protocollo di intesa ospedale territorio per cure di qualità e di prossimità. Rizzuto ha poi parlato anche di testimonianze di pazienti che hanno deciso di rientrare in Calabria per curarsi: «Chi fa l’esperienza della sofferenza e della malattia e va fuori poi vede la differenza tra la propria terra e le altre realtà e riesce poi a capire che non mancano tante cose, o comunque non mancano quelle cose che sono indispensabili per una medicina di qualità». «In generale comunque ci dobbiamo raccontare tutti meglio», ha concluso la Rizzuto.
All’evento del Corriere della Calabria ha portato il proprio contributo anche Carlo Capalbo, direttore Oncologia dell’ospedale Annunziata di Cosenza: «La prevenzione – ha detto Capalbo – è la prima forma di terapia che possiamo fare, noi dobbiamo garantire il diritto alla salute ancor prima del diritto alla cura o al trattamento. Il diritto alla salute è un diritto che si guadagna su diversi piani: noi sappiamo che l’essere umano è inserito in un ecosistema, quindi la cura del nostro ecosistema è la cura della nostra salute, e ognuno di noi deve avere atteggiamenti che riguardano lo stile di vita corretti». In generale – ha concluso Capalbo – «da medico, da ricercatore, quindi da professionista, credo che non ci sia una malattia che non riusciremo a guarire e a curare. Quindi anche la malattia che soffre la Calabria, quella di una sanità malata, verrà curata. La terapia intrapresa è quella giusta. Vedo che in Calabria in questo momento c’è una forte volontà di curare la malattia della sanità calabrese. E immagino che, come sta accadendo per molte delle malattie per cui se non riusciamo a guarirle riusciamo a curarle, questo accadrà anche per la sanità calabrese. Verrà curata e spero in un tempo non molto lontano, anche guarita e riportata agli standard che merita». (c. a.)
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