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la sentenza

Corruzione, condanna in appello per Manna e Petrini

In secondo grado, la Corte d’appello di Salerno ha riqualificato la pena per l’ex sindaco di Rende e l’ex giudice

Pubblicato il: 18/06/2025 – 18:28
di Fabio Benincasa
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Corruzione, condanna in appello per Manna e Petrini

SALERNO La Corte di Appello di Salerno ha condannato l’ex sindaco di Rende, Marcello Manna, e l’ex giudice della Corte d’Appello di Catanzaro, Marco Petrini, alla pena di 2 anni e 2 mesi e venti giorni di reclusione, per il reato di corruzione in atti giudiziari relativamente al procedimento della Corte di Assise di appello a carico del boss Francesco Patitucci. I giudici di secondo grado hanno riqualificato la pena rispetto a quanto deciso in primo grado dove erano stati entrambi condannati alla pena di due anni e otto mesi. La Corte ha stabilito per entrambi l’interruzione perpetua di contrattazione con la pubblica amministrazione. Al centro dell’accuso lo scambio di una busta tra Manna e Petrini, avvenuto il 30 maggio 2019 nell’ufficio del magistrato e immortalato dai filmati acquisiti dalla Guardia di Finanza. Secondo l’ipotesi dell’accusa, all’interno della busta era contenuta la somma di 5mila euro in contanti, offerta da Manna per «sistemare» la sentenza in favore di Francesco Patitucci, suo assistito già condannato in primo grado a 30 anni per l’omicidio di Luca Bruni. Petrini, secondo il gup, avrebbe alterato «la dialettica processuale inquinando l’iter decisionale della Corte d’Assise d’Appello da lui presieduta», emettendo una sentenza favorevole nei confronti di Patitucci. Per Manna e Petrini, difesi dagli avvocati Francesco Calderaro, Nicola Carratelli e Riccardo Olivo, la Procura aveva chiesto la condanna a 6 e 8 anni. 

La nota degli avvocati

«La quanto meno cervellotica decisione della Corte di Appello di Salerno che, in riforma della sentenza di primo grado, ha ritenuto configurabile a carico dell’avvocato Marcello Manna e del dottore Marco Petrini soltanto l’ipotesi meno lieve della corruzione per l’esercizio della funzione, ha smentito la (grave) accusa che l’avvocato Marcello Manna avrebbe corrotto il giudice Petrini per ottenere l’assoluzione dell’imputato Francesco Patitucci, oggetto della originaria contestazione di corruzione in atti giudiziari.- La decisione di appello desta non poche perplessità, poichè, escluso un rapporto asseritamente illecito relativo al processo a carico di Francesco Patitucci, non si riesce a comprendere per quali attività inerenti l’esercizio della funzione giurisdizionale del Petrini possa essere stato ravvisato il rapporto corruttivo, atteso che per le altre vicende inizialmente contestate agli imputati (“raccomandazione” per Vitale Marco, procedimento a carico di Ioele Antonio) erano già intervenuti provvedimenti di assoluzione e di archiviazione, e nessun ulteriore elemento (peraltro certamente insussistente) era stato contestato all’avvocato Marcello Manna circa un possibile “acquisto” della generica “messa a disposizione” del​ Petrini. Evidentemente la Corte di Appello di Salerno, a fronte della esplicitazione di plurime ed insuperabili deduzioni difensive, non limitate affatto alla inutilizzabilità del video o degli audio, ma volte a smontare, punto per punto, su base logica, giuridica e documentale, tutti gli elementi esposti dal gup nella sentenza di primo grado, non ha inteso optare per un esito pienamente assolutorio sol perché questo avrebbe dovuto necessariamente riguardare anche il Petrini, ed ha quindi ritenuto di applicare all’avvocato Marcello Manna una pena davvero minima, a comprova dello scarso convincimento sulla effettiva colpevolezza di quest’ultimo. Naturalmente sarà proposto ricorso per cassazione per cancellare una sentenza del tutto errata, ingiusta ed illogica». Questa la nota degli avvocati Nicola Carratelli e Gian Domenico Caiazza. (f.benincasa@corrierecal.it)


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