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parla il governatore

Occhiuto: «Non consentirò la mia uccisione politica. Mi candiderò con ancora più convinzione»

Il presidente della Regione Calabria in conferenza stampa alla Cittadella sull’inchiesta in cui è coinvolto: «Mi sento stuprato ma sono in formato combattimento»

Pubblicato il: 18/06/2025 – 12:03
di Antonio Cantisani
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Occhiuto: «Non consentirò la mia uccisione politica. Mi candiderò con ancora più convinzione»

CATANZARO «Mi sono sentito come se fossi stato inserito in un frullatore, ho deciso di rispondere ad accuse pubbliche con spiegazioni pubbliche, contravvenendo anche alle indicazioni dei miei avvocati». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in conferenza stampa alla Cittadella per parlare dell’inchiesta della Procura di Catanzaro nella quale è indagato con l’accusa di corruzione.
«Generalmente – ha spiegato Occhiuto – non si chiede di essere sentiti al buio o non si parla con la stampa prima di essere certi dei fatti contestati, ma ho improntato la mia attività al massimo rigore e non mi va che sia sporcata la mia immagine e quella della Calabria, senza dire nulla. Sarò poco prudente, ma è doveroso anche per il modo in cui mi sono sempre rapportato ai calabresi», spiega ancora Occhiuto. «Quanto ai magistrati – dice – spero mi chiamino al più presto perché sono nelle condizioni di chiarire tutto, fermo restando che si parla di attività legate alla mia attività imprenditoriale».  
«Non so chi abbia fatto circolare le notizie, so solo – ha detto Occhiuto – che ho ricevuto due fogli venerdì 6 giugno, con un atteggiamento molto corretto della Guardia di Finanza. Sono rimasto basito, era la prima volta per me, dalle carte non si comprendeva quali fossero le accuse. Ho chiesto alla Finanza che non vi fosse fuga di notizie fino a quando non sarei stato sentito. Le voci sono circolate, ho capito che la notizia sarebbe uscita e ho deciso di comunicarla. Il 12 giugno mi è stato negato l’accesso alle carte, il 14 giugno leggo le notizie sul “Domani”: qualcuno le ha date, io sicuramente no avendo solo due foglietti», precisa il presidente.
E poi: «L’idea di ricandidarmi l’ho annunciata più volte in passato. Non dico – ha sostenuto Occhiuto – che tutto parta da qui. Quando avrò in mano il fascicolo potrò avere maggiori certezze, magari è legato all’iniziativa di qualcuno desideroso di ostacolarmi, ma oggi non sono nelle condizioni né di dirlo né di smentirlo. E poi non sono un complottista. Ho detto che sono arrabbiato perché i fatti contestati sono inconsistenti, non c’è nulla di assimilabile alla corruzione, ma non cambio atteggiamento: governo una regione complicata ed è giusto che i magistrati indaghino, anche su di me. Non chiedo maggiori garanzie, anzi chiedo di essere sentito al buio e senza aver visto le carte. Svolgo una funzione pubblica ed ho buttato il sangue per la Calabria, per fornire una narrazione diversa della regione. Il fatto che oggi si sporchi il mio lavoro è per me insopportabile. Sollecito, ancora una volta, i magistrati a chiamarmi. Non sento di dover attaccare la magistratura, con cui ho lavorato fianco a fianco con la massima stima, voglio solo si sappia che se dovesse esserci qualcosa che ha indotto la pg o un sostituto procuratore ad agire, sono nella condizione di chiarirla».

«Non consentirò la mia uccisione politica»

«Non credo – ha poi aggiunto Occhiuto – che ci sia una cospirazione della magistratura e non l’ho mai detto. Spero che le carte non siano uscite dalla Procura o dalla pg, non so da dove provengono, forse da un avvocato comunista… Ho avuto tantissime solidarietà di molti dirigenti nazionali e locali di tutti i partiti del centrodestra, persino da Salvini, un grande sostegno. Per altri esponenti politici questo sostegno non c’è stato, io invece non mi sono mai sentito solo. Ma il sostegno più consistente, straordinario l’ho ricevuto dai calabresi, così straordinario non l’ho ricevuto nemmeno dopo essere stato operato.  Tutti i presidenti di Regione prima di me sono stati indagati o anche colpiti da misure cautelari, in gran parte sono stati poi assolti ma sono stati uccisi politicamente. Io non consentirò la mia uccisione politica. Non mi faccio azzoppare, mi candiderò e oggi lo dico con ancora più convinzione per dimostrare che c‘è stato in Calabria un cambio di passo e voglio che siano i calabresi a giudicare se ho governato bene». «Mi sento stuprato ma sono in formato combattimento», ha quindi proseguito Occhiuto. Che inoltre ha affermato di «non avere difficoltà a riferire in Consiglio regionale» per come richiesto dall’opposizione di centrosinistra anche «se sto riferendo dappertutto e ripeterei le cose che sto dicendo in questa conferenza e soprattutto vorrei riferire in primo luogo ai magistrati»

«Sbarra? Ho solide relazioni con i leader del centrodestra… »

In conferenza stampa è stata evidenziata la concomitanza temporale tra la notizia dell’indagine a suo carico con la nomina dell’ex leader Cisl, il calabrese Gigi Sbarra, a sottosegretario nel governo Meloni, nomina che secondo alcune ricostruzioni preluderebbe a una possibile candidatura di Sbarra alla Regione,  ma Occhiuto ha osservato: «Ho fatto gli auguri a Sbarra per la nomina da sottosegretario. C’è un solido rapporto con le leadership nazionali, sommessamente vorrei far notare di essere il vicesegretario nazionale di Forza Italia e non credo di avere problemi su questo versante. I giornalisti a volte – ha concluso Occhiuto – devono scrivere di queste cose perché hanno bisogno di suggestioni». (a.cantisani@corrierecal.it)

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