Occhiuto: «Anche nella Procura vedo la volontà di accertare in breve tempo la verità. E’ quello che auspico»
Il presidente della Regione parla in Consiglio della vicenda che lo vede indagato con l’accusa di corruzione. «Pronto al confronto quando ho più elementi di conoscenza»

REGGIO CALABRIA «La circostanza che anche gli uffici di Procura abbiano scelto di sentirmi – e potevano non farlo – mi fa pensare che c’è anche da parte della Procura la volontà di accertare la verità nel più breve tempo possibile». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, intervenendo in Consiglio regionale sulla vicenda dell’indagine, da parte della Procura di Catanzaro, che lo vede coinvolto con l’accusa di corruzione. Ad aprire la discussione in aula è stato l’intervento del capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua, che ha ricordato come l’opposizione di centrosinistra abbia chiesto una informativa al governatore. A dare la parola a Occhiuto il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso.
L’intervento di Occhiuto
Ecco cosa ha detto Occhiuto in Consiglio regionale: «Avevo preso congedo dall’aula perché oggi c’è il presidente dell’Albania e in agenda ci sono altri impegni istituzionali ma Mancuso mi ha informato di questa richiesta e ho deciso di essere qui. Non mi sono mai sottratto ad alcun confronto in Consiglio e non voglio farlo nemmeno in questa occasione. Una informativa su fatti che non sono noti nemmeno a me è irrituale ma spiego le cose che so. Il 6 giugno mi telefona il comandante della Guardia di Finanza che mi dice che deve notificarmi un atto, mi viene così notificato sostanzialmente un atto di due pagine che erano la richiesta di proroga di indagini e così scopro di essere indagato da un anno. Non mi era dato di capire quali fossero gli atti contestati. Resto basito, per questo ho detto di non essere sereno visto che a 56 anni è la prima volta che vengo indagato e per reati che nemmeno lontanamente posso aver compiuto. Cerco di capire di cosa si tratta, non ci riesco. Evito di darne subito notizia poi dopo qualche giorno la rendo nota chiedendo di essere sentito il prima possibile dai magistrati, perché chi come me ritiene di non avere nulla da temere vuole che si accerti la verità al più presto. Da quando ho fatto quella comunicazione, ho detto che non avrei più parlato con la stampa. Poi – ha aggiunto Occhiuto – ho letto sulla stampa locale e nazionale quelli che ho dedotto potessero essere i fatti contestati, e che riguardavano rapporti societari con un mio socio: fatti che ritenevo ordinari e tipici come avviene in tutte le società italiane. Poi a fronte di uno tsunami di notizie ho deciso di dire la mia pubblicamente. Aspetto di essere sentito dai magistrati: la notizia è che i miei avvocati si sono sentiti con gli uffici di Procura, sono contento e grato alla Procura di aver aderito alla mia richiesta e di aver concordato con i miei avvocati di essere sentito entro la pausa estiva – io auspico entro la prima decade di luglio. La circostanza che anche gli uffici di Procura abbiano scelto di sentirmi – e potevano non farlo – mi fa pensare che c’è anche da parte della Procura la volontà di accertare la verità nel più breve tempo possibile. E’ quello che mi auguro. Quando poi avrò elementi in più sono disponibile a tornare in Consiglio regionale». (a. c.)
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