I 10 milioni “macchiati” e i contatti dei clan in Spagna e Cina per cambiarli. «Sono fatti da una rapina»
Rapporti, collusioni, favori in cambio di voti. La ricostruzione nelle pagine dell’inchiesta “Millennium”

REGGIO CALABRIA Contatti a livello internazionale, in Spagna e, addirittura, in Cina, «per la risoluzione di problematiche legate alle attività illecite». Rapporti, collusioni, favori in cambio di voti. Un mix che rivela un quadro fatto di una fitta rete di contatti. L’inchiesta “Millennium” della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria fotografa ancora una volta la «versatilità criminale» della ‘ndrangheta.
Un episodio in particolare – emerge dalle carte dell’inchiesta vede coinvolto Giuseppe Barbaro, classe ’56. Lo scenario è un intricato tentativo di riciclaggio di denaro proveniente da rapine. L’ipotesi – spiega il gip – è di ricettazione aggravata, e la soluzione per un “problema” da risolvere, come emerge, sono i legami tipici delle associazioni di stampo ‘ndranghetistico. E l’episodio conferma – secondo l’accusa – la versatilità criminale di Barbaro e dei suoi accoliti e della possibilità di avvalersi «di rapporti con dirigenti compiacenti di istituti di credito, di collusioni con esponenti del mondo politico, dai quali ottenere favori in cambio della promessa di pacchetti di voti».
I soldi “macchiati” per comprare droga
In particolare, in una conversazione del 17 giugno 2021, tra Barbaro e il defunto Rocco D’Agostino, si evince che Barbaro fosse in possesso di una cospicua quantità di banconote quantificate in dieci milioni di euro, non spendibili in quanto “macchiate” di «inchiostro espulso dall’apposito macchinario anti-rapina», e dunque dalla chiara provenienza. I due – secondo quanto ricostruito – stavano pianificando l’acquisto di un ingente quantitativo di stupefacente e, nel discutere le modalità di pagamento, D’Agostino proponeva di utilizzare le banconote “macchiate”, nella speranza che il destinatario non si accorgesse della loro natura. «Possiamo passare pure a tonnellate, perché gli dicono, gli è caduto un poco d’inchiostro di sopra, e si sono macchiati». «Sono fatti da una rapina eh eh», viene rivelato in passaggio. E ancora: «Se passano…inc…(più parole) 2 milioni di euro già sono 250 chili».
I contatti in Spagna e lo “scambio”
Un argomento che Barbaro riprende in una conversazione del successivo 10 luglio, in cui afferma di essersi attivato per cambiare il denaro “macchiato” tramite una terza persona che vantava contatti con direttori di banche spagnole. Un’operazione, dunque, da compiere con «l’aiuto di direttori di banca compiacenti», che avrebbero dovuto, – secondo la ricostruzione degli investigatori – poco alla volta, confondere le banconote macchiate del tra quelle nella loro disponibilità («perché ha detto: se c’è il direttore d’accordo”)
La proposta era di iniziare con un milione di euro, per poi valutare di ripetere l’operazione con i dieci milioni nella sua disponibilità. Uno “scambio”. Dalle conversazioni, infatti, si evince anche che la persona che avrebbe dovuto occuparsi dell’operazione «era un politico (o comunque una persona interessata a delle elezioni) che aveva chiesto, quale prezzo per la sua intermediazione presso le banche spagnole, un pacchetto di voti» («e viene e ce lo dice. Gli ho detto io, sentite: se posso cambiare sti soldi, io i voti glieli raccolgo e faccio che glieli raccolgono pure la nella piana»). (m.r.)
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