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La “fase nuova” del Consiglio regionale. Ecco gli obiettivi di medio e (più o meno) lungo termine

L’ultima seduta, con l’informativa del presidente della Regione Occhiuto, come “spartiacque” per l’assemblea legislativa. Con le elezioni già all’orizzonte

Pubblicato il: 29/06/2025 – 14:12
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La “fase nuova” del Consiglio regionale. Ecco gli obiettivi di medio e (più o meno) lungo termine

LAMEZIA TERME Uno “spartiacque”. L’ultima seduta del Consiglio regionale ha dato l’impressione di essere stato un bivio della legislatura nata a ottobre 2021 sotto l’egida del centrodestra guidato dal presidente Roberto Occhiuto. Una seduta che è stata un test anche politico, per certi versi, alla luce dell’esito delle ultime Amministrative e dell’informativa dello stesso Occhiuto sull’indagine a suo carico da parte della Procura di Catanzaro. Un passaggio sicuramente delicato ma necessario, quest’ultimo, nel senso che una vicenda di tale portata non poteva non essere bypassata dalla massima istituzione rappresentativa calabrese. Un passaggio delicato ma consumato sia dal governatore sia dalla sua maggioranza di centrodestra sia dalla opposizione di centrosinistra nel modo probabilmente migliore: «Il Consiglio regionale non è un tribunale, lo scontro deve avvenire sul piano politico», è stata questa in estrema sintesi la posizione della minoranza, una posizione che alla fine ha reso del tutto superflui la replica del centrodestra e un dibattito che avrebbe rischiato di infilare vie traverse. Un esito che di fatto ha definito poi con ancora maggiore nitidezza il perimetro delle rispettive coalizioni.

Il futuro a Palazzo Campanella

Per questo molti analisti sostengono che l’ultima seduta del Consiglio regionale possa aver alleggerito l’assemblea e le forze politiche che la compongono di un “peso” aprendo una sorta di fase nuova. «Noi non dobbiamo rilanciare nulla perché penso che il lavoro fatto finora sia molto intenso. Piuttosto, c’è da continuare su questa scia e con questo ritmo»: così il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, segretario della Lega, interpellato all’indomani dell’ultima seduta dal Corriere della Calabria, ha indicato una traccia di lavoro per Palazzo Campanella. Perché è indubbio che il Consiglio regionale è chiamato adesso a imprimere una marcia sicuramente più spedita rispetto a quella che ha avuto in questo 2025, con un’attività più “frenata” rispetto agli anni precedenti, “frenata” per diversi motivi, anche politici. Ecco gli obiettivi per così dire di medio e (più o meno) lungo termine. All’orizzonte, in quello che sarà il range che porterà alle prossime Regionali (fine 2026, difficile che si vada al 2027 salve diverse dinamiche nazionali), forse non si stagliano altre riforme oltre quelle già portate a casa in questa legislatura, ma da fare c’è ancora tanto, su tanti temi, a partire dalla sanità. Nell’attesa della auspicata uscita dal commissariamento, la priorità del centrodestra da qui alle prossime settimane dovrebbe essere quella di definire con legge la nascita della nuova azienda ospedaliera universitaria di Cosenza dopo l’istituzione della Facoltà di Medicina all’Unical: la proposta del vicepresidente del Consiglio regionale Pierluigi Caputo, nel frattempo sottoscritta anche da altri consiglieri regionali (Giuseppe Graziano, Luciana De Francesco, Pasqualina Straface), sembra avere una corsia preferenziale anche perché evidentemente molto gradita a Occhiuto e infatti martedì è all’ordine del giorno della Terza Commissione benché sia stata depositata solo da pochi giorni. Altri provvedimenti in cantiere: il Rendiconto, un primo adeguamento della Regione alle sfide dell’intelligenza artificiale, norme sul turismo, norme sulla lotta al dissesto idrogeologico. Intanto, in settimana si riuniranno praticamente quasi tutte le Commissioni permanenti a parte la Quinta mentre è probabile che da qui alla pausa ferragostana si tengano altre due sedute di Consiglio regionale, le ultime prima di entrare in pratica nell’ultimo anno di legislatura. A occhio e croce, dopo l’introduzione del “consigliere supplente” e lo stop al tetto degli assessori esterni (dossier ormai accantonato, ma che potrebbe riaprirsi se arrivano spiragli dal legislatore nazionale) non sembra esserci spazio per modifiche profonde allo Statuto e alla legge elettorale: nei mesi scorsi dall’opposizione sono state presentate anche proposte di legge in favore dell’introduzione del voto disgiunto e dell’abbassamento al 3% della soglia di sbarramento, ma la maggioranza sembra aver già alzato un muro invalicabile. Ma forse potrebbe essere questo l’argomento di dibattito nei prossimi mesi. (a. c.)

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