Dalila Nesci: «Su Gioffrè non un “cavillo”, ma rispetto della legge anticorruzione»
Paride Leporace: «Non sarà stato un cavillo, forse era un cavallo che tirava un calesse. Purtroppo la sanità calabrese è ancora malata»

«Non risponde al vero la ricostruzione che l’autorevole Paride Leporace ha fatto sul Corriere della Calabria rispetto alla mia attività parlamentare circa la nomina di Santo Gioffrè, nel 2015, a commissario dell’Asp di Reggio Calabria. Leporace ha lasciato intendere che con una “crociata” diretta io abbia voluto bloccare l’attività di Gioffrè, facendo leva su “un cavillo” e determinandone l’estromissione». Lo scrive l’ex parlamentare Dalila Nesci, in risposta all’articolo di Paride Leporace pubblicato sul Corriere della Calabria. «Leporace chiama “crociata” la mia richiesta, che il giornalista non cita affatto, all’allora Presidente della Regione e commissario alla Sanità di revocare le nomine dei dottori Santo Gioffrè e Domenico Pingitore, poiché deliberate in violazione della disciplina sull’inconferibilità degli incarichi di vertice delle aziende sanitarie, dettata dal D. Lgs. 39/2013, che è il decreto legislativo Anticorruzione. Non era dunque un cavillo, ma un problema di rispetto della normativa anticorruzione, infine inquadrato dall’Anac, che chiarì fatti e diritto senza censure da parte del giudice amministrativo.
La vicenda, come evidente, non fu una ripicca ad personam. La mia iniziativa parlamentare fu invece coerente con i princìpi in cui credevo e continuo a credere. Del resto, non si può parlare di anticorruzione se poi non si rispettano le regole fissate a contrasto del fenomeno. Infine, voglio sottolineare che, subito dopo le nomine in parola, scrissi alla Regione e al commissario del Governo per porre rimedio nel merito. Ciò significa che l’attività degli incaricati non era neppure iniziata. Allora, come oggi, non ho alcun interesse personale, diretto o indiretto, al contrario di quanto mi è stato attribuito».
La controreplica di Paride Leporace
Prendo atto della sua replica e della sua esegesi testuale. Non sarà stato un cavillo, forse era un cavallo che tirava un calesse. Purtroppo la sanità calabrese è ancora malata. Forse converrà con questa mia verità.
Paride Leporace
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato