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il dramma

Eseguita l’autopsia sul corpo della bambina di 8 anni annegata a Rende

Da accertare le cause della morte. La piccola era nella struttura del Parco acquatico Santa Chiara insieme ad alcuni familiari

Pubblicato il: 02/07/2025 – 21:10
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Eseguita l’autopsia sul corpo della bambina di 8 anni annegata a Rende

COSENZA E’ terminata dopo le 19.30 l’autopsia sul corpo della piccola Simona Vanessa Szilagyi, la bimba di appena 8 anni, di origine romene, morta annegata nella piscina del parco acquatico Santa Chiara a Rende. Sulla tragica scomparsa della bambina la Procura di Cosenza, coordinata dal procuratore capo Vincenzo Capomolla, ha aperto un fascicolo. Tre persone sono indagate. L’iscrizione sul registro degli indagati è un atto dovuto anche per consentire agli indagati di partecipare all’autopsia. Sul registro degli indagati ci sono l’amministratrice della Marconi Village srl (la società che gestisce il parco acquatico), Maria Candelaria De Rose, il suo convivente Antonio Fusinato e una bagnina. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giuseppe De Marco, Francesco Turco e Ugo Ledonne. Gli indagati hanno partecipato all’autopsia attraverso i loro consulenti di parte. L’esame autoptico è stato eseguito dal consulente della Procura il dottor Silvio Berardo Cavalcanti. Da una prima ricostruzione della vicenda e secondo le testimonianze dei bagnanti presenti, la bambina sarebbe entrata in piscina percorrendo un metro in acqua, ma a un certo punto avrebbe perso il contatto con il fondo della piscina. Immediati i soccorsi anche da parte di due infermieri non in servizio che erano presenti nella struttura e che hanno cercato di rianimare la piccola. Ma per lei non c’è stato nulla da fare. Da quanto emerso la bambina era nel parco acquatico assieme ad alcuni familiari maggiorenni. Secondo altre testimonianze, sembrerebbe che la piccola avesse mangiato qualcosa prima di fare il bagno e sembrerebbe che poco prima avesse anche avvertito un malore. Il condizionale è d’obbligo trattandosi di una vicenda molto delicata. Gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo. Da accertare anche se nella struttura c’era un defibrillatore e perché non è stato dato ai soccorritori. Pure su questo aspetto gli inquirenti non si pronunciano perché ci sono indagini in corso. Intanto, la struttura è stata sequestrata. Le indagini sono coordinate dal capitano della Compagnia dei carabinieri di Rende Andrea Aiello. Ora bisognerà attendere l’esito degli accertamenti medico-legali. (redazione@corrierecal.it)

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