Prevenzione e contrasto. Un “Patto di comunità” contro gli infortuni sul lavoro
Sottoscritto dal prefetto di Catanzaro De Rosa e altri 34 soggetti. L’obiettivo è creare una rete territoriale nel quale si lavora tutti insieme

CATANZARO Prevenzione e contrasto: su queste direttrici è stato sottoscritto nella Prefettura di Catanzaro il “Patto territoriale di Comunità per la prevenzione degli infortuni, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e la legalità”. Così l’ha illustrato il prefetto Castrese De Rose: «L’abbiamo costruito insieme già da alcuni mesi. Come si ricorderà il primo infortunio mortale dell’anno in Italia è avvenuto a Lamezia Terme e allora insieme alle organizzazioni datoriali e sindacali, alle associazioni di categoria ci siamo detti che dovevamo costruire un patto di comunità con un tavolo nel quale ci sono 34 sottoscrittori. L’obiettivo – ha proseguito De Rosa – è creare una rete territoriale nella quale si lavora insieme, ognuno nell’ambito delle rispettive competenze, mettendo a fattore comune i dati, le conoscenze, le buone pratiche e poi ci saranno due organismi di coordinamento, un tavolo permanente con tutti i sottoscrittori che si riunirà periodicamente e un osservatorio più ristretto che analizzerà i dati, li aggregherà anche in forma statistica e proporrà le iniziative più opportune al tavolo. Ecco: questa è la filosofia che ispira questo patto. L’hanno detto ieri il presidente della Repubblica alla presentazione della relazione annuale dell’Inail e la presidente Meloni».
«La sicurezza non è un costo»
Secondo De Rosa «la sicurezza non deve essere l’anello debole di questo territorio. La sicurezza non è un costo ma invece richiede investimenti, bisogna crederci, è una questione di civiltà perché ogni vita umana che si perde è una sconfitta per tutti. Ecco perché vogliamo lavorare insieme mettendo a fattore comune le responsabilità e la consapevolezza di una rete territoriale che mi sembra la cosa più opportuna da poter fare anche con controlli congiunti. Un altro aspetto importante è la formazione, per questo andiamo nelle scuole ed ecco perché al tavolo ci saranno anche l’Università e l’Ufficio scolastico regionale». (a. c.)
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