“A Reggio con papà”, Carlo Verdone protagonista al Museo Archeologico
L’attore e regista romano ha ricevuto un premio speciale alla carriera. Intitolata al padre Mario la nuova sezione cinema a cura di Anassilaos

REGGIO CALABRIA Carlo Verdone, uno dei simboli della romanità e del cinema italiano, è stato protagonista assoluto al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. L’attore e regista è sbarcato in riva allo Stretto in occasione di “A Reggio con papà”, un evento che ha sancito il gemellaggio tra il LIFF – Lamezia International Film Fest (diretto da Gian Lorenzo Franzì), e il RCFF – Reggio Calabria Film Fest (diretto da Michele Geria), organizzato per raccontare il talento, promuovere la cultura ed esaltare la potenza del dialogo, sempre promosso dalle arti visive e dal patrimonio storico. Un momento unico per rendere omaggio a uno dei più grandi artisti del nostro Paese, che ha ricevuto un premio alla carriera e che, a colloquio con Franzì, si è soffermato su vari particolari della sua vita: dall’infanzia alla formazione, dall’evoluzione nella sua cinematografia al rapporto col padre. Proprio a papà Mario, illustre critico cinematografico e saggista, l’Associazione Anassilaos ha deciso di intitolare la sua nuovissima sezione cinema. Un riconoscimento ad un’altra figura gigante del panorama italiano, un esempio da seguire. Esempio che, come sottolinea Verdone, molti ragazzi di oggi non hanno: «Le figure di riferimento dovrebbero essere le famiglie, ma oggi molte sono un disastro e i figli lo notano. I ragazzi hanno bisogno di saggezza e buon senso, questo spesso viene a mancare. Io – aggiunge – sono stato fortunato ad avere la mia famiglia. Che esempio possiamo dare ai giovani di oggi? Guardate i potenti della Terra, da Trump a Putin. La situazione è critica – afferma – viviamo in un periodo difficile, anche i film hanno sempre quest’aura di violenza e questa non è buona educazione. Spero davvero che i ragazzi possano trovare i loro riferimenti in qualche professore, oltre la famiglia».
Le parole di Carlo Verdone
A margine dell’incontro col pubblico, Carlo Verdone, poco prima di visitare la sala che custodisce i meravigliosi Bronzi di Riace, simbolo della Calabria nel mondo, ha dichiarato: «Sono molto felice di tornare qui a Reggio dopo qualche anno, anche perché stavolta è stata dedicata questa sezione culturale a mio padre dall’associazione Anassilaos, quindi visto che c’è di mezzo lui, al quale devo molto, mi è sembrato doveroso recarmi qui. Sono pronto per questa serata di chiacchiere culturali, simpatiche, di aneddoti e di riflessioni sul cinema». Proprio sul cinema, arte caratterizzata in genere da alti e bassi, l’attore ha detto: «Giudicate voi, io non posso dare voti, posso solo dire di aver sempre cercato di fare sempre il mio lavoro con molta onestà: alcuni film sono venuti molto bene, altri bene, altri potevano venire meglio, però la carriera di un artista, di un attore, di un regista è così, lo è stato per il grande Fellini, per Orson Welles, per Chaplin. Tutto sommato – aggiunge – sono contento di quello che ho fatto, sono 47 anni che faccio questo lavoro e l’aver intrapreso una strada nuova, quella della serie televisiva (con “Vita da Carlo” ndr), mi ha veramente scombussolato. È un genere molto diverso dal cinema – racconta – che mi ha costretto in qualche modo a impegnarmi in una maniera differente, con un’ottica diversa, con un’energia diversa, però i risultati alla fine mi hanno riempito di gioia. Infatti a novembre uscirà la quarta e ultima stagione». Poi, un pensiero sul nostro territorio e sulla narrazione che ne viene fatta: «Voi avete bisogno di un grande evento, lo vedo con Roma, che è stata per anni veramente in uno stato di grande fragilità, di grande confusione, di grande incuria. Da quando è partito il Giubileo e sono arrivati i soldi del PNRR, però, il sindaco Gualtieri è riuscito veramente in un anno e mezzo a cambiare notevolmente la città. A Reggio Calabria – sottolinea – ci sono due gioielli come i Bronzi, con loro si riesce a vincere. Se poi riuscirete a riammodernarla, la città diventerà ancora più bella». Magari prossimo set di un film: «Magari, ci vuole il soggetto adatto, l’idea adatta, a me piacerebbe molto però, perché no?». Infine, il ricordo del padre: «È stato un uomo sempre molto entusiasta del nuovo, sempre alla ricerca dello stupore nell’arte, negli artisti, anche minori ma validi. Molti di loro devono gli devono qualcosa».
Il legame di papà Mario con una casa editrice reggina
La scelta di intitolare a Mario Verdone, senese di origine, una sezione cinema a Reggio Calabria ha destato in molti curiosità. Il perché lo spiega Stefano Iorfida, presidente di Anassilaos, associazione culturale attiva dal 1986: «L’idea per l’iniziativa di oggi nasce nel 2023, quando la casa editrice reggina Leonida ha avviato la progressiva pubblicazione delle opere di un poeta armeno, quasi sconosciuto in Italia, il poeta Yeghishe Charents, morto per le purghe di Stalin. Si è scoperto in quella circostanza – evidenzia – che il professor Mario Verdone nel 1968 aveva realizzato una piccola traduzione della sua opera, quindi il contatto si è reso inevitabile. Nell’estate del 2023, abbiamo dato un premio alla memoria di Mario Verdone, morto nel 2009: abbiamo scoperto che era stato docente universitario di cinema, alla Sapienza di Roma, una delle prime persone che ha fatto del cinema un’opera d’arte degna di essere studiata nelle università. Da allora – spiega – è venuta l’idea di potergli intitolare la sezione cinema di Annasilaos, perché Verdone è stato uno studioso del cinema e noi il cinema lo intendiamo come forma artistica: deve essere studiato come si studia l’arte, come si studia la letteratura. Da questo punto di vista – conclude – il professor Verdone dava grandi garanzie: intendiamo il film come studio, come ricerca, come analisi profonda dei testi e per questo il premio sarà ripetuto, speriamo il prossimo anno, su indicazione anche del figlio Carlo. Cercheremo registi, attori, attrici, ma anche sceneggiatori, musicisti e autori che apparentemente non sembrano attrarre molto l’opinione pubblica, ma questo a noi, francamente, interessa poco, perché la nostra impostazione è quella di avere sempre rapporti col mondo dell’università e della ricerca, in Italia e all’estero».
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