«Armi e bombe per intimidire con un sistema tipico della ‘ndrangheta»
Il capo della Dda di Ancora Monica Garulli alla conferenza stampa spiega i contorni del blitz che ha disarticolato un’organizzazione criminale

«L’associazione criminale disponeva di armi, modificate e con matricole abrase, e di una bomba, priva di carica esplosiva: verosimilmente, queste armi venivano utilizzate per intimidire, riproponendo un sistema di violenza e criminale tipico delle associazioni strutturate della criminalità albanese e, soprattutto, ‘ndranghetista». Così Monica Garulli, Procuratore della Repubblica di Ancona, illustrando in conferenza stampa i contorni dell’operazione “Grandsons“, che ha disarticolato un’organizzazione, caratterizzata da rapporti di parentela tra i diversi componenti, dedita al traffico di droga nel Piceno, prevalentemente cocaina, conclusa con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per 12 persone in carcere e 2 agli arresti domiciliari. A guidarla un calabrese di 50 anni, riconosciuto da tutti come “lo zio”, il cui quartier generale era in un’abitazione abusiva a Porto d’Ascoli: da qui la scelta degli investigatori di chiamare l’operazione antidroga “Grandsons”. (Agi)
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