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l’intervista del Corriere

Cicione: «Il futuro si costruisce da Sud, e parte dalla Calabria»

Il fondatore di Entopan racconta al Corriere della Calabria il “Global South Innovation” Forum, in programma da oggi all’11 luglio a Maida

Pubblicato il: 09/07/2025 – 13:29
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Cicione: «Il futuro si costruisce da Sud, e parte dalla Calabria»

CATANZARO «L’audacia è la virtù dei forti. E dei sognatori». È con queste parole che Francesco Cicione, fondatore di Entopan e coordinatore del Global South Innovation, sintetizza lo spirito dell’iniziativa che da oggi 9 luglio all’11 luglio, presso l’Azienda Agricola Costantino di Maida (nel Catanzarese), riunirà protagonisti dell’innovazione, della ricerca e delle imprese internazionali per una tre giorni di confronto e visione strategica.
Il forum, promosso in collaborazione con realtà come Harmonic Innovation Group, Impatta, Deloitte, Tech4You, Gruppo Ferraro, eFM, Ebrains-Italy, e patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Regione Calabria, ha come tema centrale “Verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile: alla frontiera tra passato e futuro, umanesimo e innovazione nell’epoca delle grandi sfide di transizione”. L’obiettivo: valorizzare il Mezzogiorno e il Mediterraneo come snodi chiave per nuovi equilibri globali.
«Siamo in qualche modo sognatori – afferma Cicione in un’intervista al Corriere della Calabria – ci vuole capacità di sognare per immaginare il futuro. Il futuro è abitare la possibilità, diceva Emily Dickinson in alcuni versi davvero molto ispirati. E il nostro futuro è un futuro possibilista, il nostro futuro non è il futuro dell’illuminismo oscuro, dell’ottimismo tecnologico. È il futuro che mette l’uomo al centro. Abbiamo bisogno di innovazione che sia buona e amica dell’uomo. E per farla bisogna essere controintuitivi, bisogna essere capaci di immaginare anche modelli e strumenti diversi per costruire il futuro, per costruire nuove morfologie di futuro che siano però innervate in vecchie ontologie. Ecco, se questo è audacia, allora è bello essere audaci».

Sud terra strategica da cui ripartire e il ruolo centrale della Calabria

Il Sud, secondo Cicione, non è un’area da recuperare ma una terra strategica da cui ripartire, anche sul piano globale.
«Il Sud – spiega – è il più antico luogo di futuro. Il Sud custodisce dei sentieri interrotti che possono diventare traiettorie di cambiamento, a patto che sappia pensarsi ancora una volta in maniera contro intuitiva, audace, con una prospettiva globale. E per pensarsi in una prospettiva globale e immaginare anche percorsi di sviluppo sbilanciato, il Sud ha bisogno di essere innovativo. Di un’innovazione però che non guardi alla trimestrale di cassa domani, ma di un’innovazione che si proietti in un orizzonte intergenerazionale, in un orizzonte di cambiamento possibile. Ecco che quindi Global, South ed Innovazione sono dei termini che stanno insieme e tutte e tre insieme, non solo hanno un significato individuale, ma un significato che si moltiplica dalla interazione fra le tre dimensioni».
Una riflessione che si innesta sul ruolo centrale della Calabria come crocevia nel Mediterraneo: «Significa ribadire la centralità non solo geografica – evidenzia Cicione – ma anche culturale del Mediterraneo. Camus, in dei versi bellissimi, definiva il Mediterraneo meravigliosa fenice. È il topos, è il luogo dei luoghi dal quale, storicamente, la storia del mondo è rinata, attingendo a quella stratificazione di umanesimo classico, ellenico, magnogreco, mediterraneo, perché poi il Mediterraneo è ontologicamente creolo, meticcio, e quindi abilitato a gestire la complessità di questa fase storica, così inedita, così particolare. Ma lo fa abilitando anche valori come quelli della longevità, della stabilità di lungo termine. Ecco, il Mediterraneo è il cuore di un cambiamento possibile, e l’Italia all’interno del Mediterraneo è piattaforma, come diceva lo storico Braudel, piattaforma mediterranea che può essere cuore del Mediterraneo stesso, e la Calabria è l’Italia di punta, ribaltando degli stereotipi. Poi ognuno attribuisca il significato che vuole a questa immagine, ma abbiamo bisogno e dobbiamo essere l’Italia di punta, dobbiamo essere veramente eccellenti, affrancandoci dalla retorica delle dell’eccellenza che non è mai eccellenza, o dalla dell’abitudine alle lamentazioni, al piagnisteo. Essere eccellenti nell’accezione etimologica del termine, eccellere, muoversi verso, spingerci verso, elevarsi verso il valore più alto. Cioè, una tensione etica e un dinamismo ascetico, quasi, in questa prospettiva che ha una dimensione umana, morale, spirituale, ma anche una dimensione sociologica, antropologica e anche politica nell’accezione alta del termine».

Cos’è Harmonic

Ma cos’è Harmonic, il grande progetto citato da Cicione e uno dei motori del Global South Innovation? «Harmonic – spiega Cicione – sarà aperto al pubblico nei prossimi mesi, nel primo semestre del 2026, è il più grande campus per l’innovazione d’Italia e del Mediterraneo. Anche questo è controintuitivo, sta in Calabria, sta nel Sud Italia e non sta altrove. È stato fatto solo con fondi privati, senza alcun ricorso alla finanza pubblica, per dimostrare che questo territorio può produrre valore pubblico, non solo consumare o magari valorizzare anche le risorse pubbliche. È anche una sfida, ancora una volta, audace, contro intuitiva, è uno spazio di futuro, uno spazio totale di futuro, all’interno del quale grandi player che oggi sono presenti in questo nostro convegno da ogni parte del mondo, i principali fondi di investimento nazionali e internazionali, le migliori startup, e i centri di ricerca più sofisticati, collaboreranno insieme per far emergere e far crescere e sviluppare soluzioni di futuro, tecnologiche, ma anche di processo di innovazione etica ed amica dell’uomo. Non è un caso che dalla Calabria siamo noi a gestire in Silicon Valley lo spazio di innovazione del governo italiano. Ecco, questo dimostra che è possibile farlo in maniera diversa, senza alcun ricorso alla finanza pubblica. È possibile in Calabria attirare reti da tutto il mondo, e che questo territorio si può e si deve inserire in questi network internazionali, se vuole agganciare le grandi economie ad alta marginalità per produrre un vero salto sbilanciato». (redazione@corrierecal.it)

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