Pochi infermieri e bandi «inappropriati»: l’Asp di Vibo nel mirino di sindacati e politica
Manca personale per l’estate e il primo concorso va a vuoto. I consiglieri regionali contro i commissari, mentre I sindacati chiedono una ristrutturazione dirigenziale

VIBO VALENTIA La sanità vibonese continua a restare nell’occhio del ciclone, la provincia emblema della crisi sanitaria dove le criticità regionali si amplificano e diventano più evidenti. Carenza di personale, pochi strumenti e mezzi, i tagli del Governo ai fondi destinati alla ristrutturazione dell’ospedale e il calo di risorse regionali per i quali i sindaci hanno firmato e inviato un documento ad Occhiuto. Difficoltà vissute, soprattutto, da chi opera ogni giorno nei presidi vibonesi: infermieri, dottori, oss che cercano di resistere al “clou” estivo di ingressi al pronto soccorso.
Mancano infermieri ma al bando nessuna risposta
Per far fronte alla carenza di personale, l’Asp di Vibo nei giorni scorsi aveva pubblicato un bando per la ricerca di infermieri. Il risultato ha, però, colto di sorpresa i commissari: in 150 non hanno risposto all’appello, costringendo il commissario Vittorio Piscitelli a rivedere i criteri di scelta. Troppo “brevi”, forse, i tre mesi di contratto determinato offerti, anche se le poche risorse vibonesi non consentono assunzioni indeterminate. L’idea, adesso, è quella di riprovare offrendo questa volta un contratto 6 mesi, ma nel frattempo rischiano di andare in tilt i presidi ospedalieri vibonesi, a partire dal Pronto soccorso di Vibo Valentia. Qui si contano già oltre 100 ingressi al giorno, in attesa che si entri nel vivo della stagione estiva. L’Asp vibonese si dice in attesa che dalla Regione intervengano con il nuovo piano del fabbisogno, dopo che le polemiche degli scorsi mesi sugli 81 esuberi previsti tra il personale sanitario, poi rivelatosi un calcolo basato su dati errati.
La reazione dei sindacati: «Struttura dirigenziale inadeguata»
Con una nota odierna i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fp, Fials e Nursind hanno smentito categoricamente «che vi siano ancora esuberi di personale». In un incontro svolto tra le organizzazioni e l’Asp lo scorso 3 luglio hanno contestato alla struttura dirigenziale dell’Azienda la metodologia di calcolo del fabbisogno di personale, sostenendo che la provincia vibonese risulti carente di oltre 57 infermieri, più di 30 OSS, e anche più di 19 operatori tecnici, oltre a una carenza di personale amministrativo. Sulle difficoltà di reclutamento degli infermieri i sindacati hanno ribadito che la delibera pubblicata «è formulata in maniera restrittiva, limitando le possibilità di assunzione» invitando a modificarla con un contratto a 6 mesi, come proposto già ad aprile scorso. La nota si conclude con una dura critica alla struttura dirigenziale dell’Asp, con la richiesta al commissario affinché «consideri seriamente la possibilità di una ristrutturazione a livello dirigenziale, in quanto le decisioni attuali, a nostro avviso, stanno causando danni significativi ai pazienti e ai cittadini dell’intera provincia di Vibo Valentia».
Talerico: «Piscitelli si dimetta»
Sulle criticità emerse negli ultimi giorni è intervenuta anche la politica. Il consigliere regionale Antonello Talerico si è rivolto al commissario Piscitelli invitandolo a «dimettersi se è davvero convinto che la colpa sia solo della Regione» e a «venire in Consiglio regionale per dirlo davanti ai calabresi, autosospendendosi fino a quando non riceve i poteri o le risposte che chiede. Diversamente, è solo l’ennesimo scaricabarile che i cittadini non meritano più. Servono risultati, non cronache da sala d’attesa». Dure anche le parole dei consiglieri regionali Antonio Lo Schiavo e Raffaele Mammoliti: «Eureka! Dopo quasi un anno dal suo insediamento la Terna commissariale alla guida dell’Asp di Vibo Valentia si accorge che nel sistema sanitario vibonese si registra una discrasia abnorme tra quanto previsto dai Dca e la situazione reale in termini di posti letto, di personale, di reparti che sulla carta dovrebbero esistere ma sono di fatto chiusi! Poi si scopre, a luglio inoltrato, che la fase estiva potrebbe aggravare la già difficile situazione e si prova a correre ai ripari con provvedimenti assolutamente inappropriati di carattere restrittivo che non favoriscono la disponibilità di un effettivo reclutamento».
Mammoliti e Lo Schiavo: «Non c’è tempo da perdere»
«La possibilità di assunzione per tre mesi con luglio e agosto di mezzo – spiegano i due consiglieri regionali -, non solo non è appetibile ma addirittura viene resa impossibile da inaccettabili discrezionalità in merito all’ipotesi di risoluzione anticipata del contratto. Ma di cosa parliamo e soprattutto chi li suggerisce questi provvedimenti assolutamente fuori dalla situazione reale, avulsi dal contesto? E ancora, si parla di esuberi, ma il Dca n.12 di gennaio 2025 non aveva superato questo problema? Abbiamo l’impressione che si stia traccheggiando in una situazione che rischia di diventare incandescente con gravissime ripercussioni sull’esigibilità del diritto alla sicurezza e salute di operatori e cittadini. Bisogna invertire la rotta e aprire un confronto stringente con il Commissario regionale alla sanità per superare un dato storicizzato che non è quello che dovrebbe essere. Ma nel frattempo bisognerebbe sapere anche che fine ha fatto il Piano di sviluppo dei servizi e delle attività annunciato mesi fa dal Direttore generale di Azienda zero Miserendino, che contemporaneamente è anche componente della Terna commissariale, che si prefiggeva di rimettere in asse la sanità vibonese. Non c’è tempo da perdere e soprattutto abbiamo bisogno di provvedimenti strutturali e non di pannicelli caldi e di misure effimere. Proporremo un’auto convocazione dei consiglieri regionali del territorio unitamente ai componenti della Conferenza dei sindaci alla Cittadella se non verranno assunti con sollecitudine provvedimenti adeguati. Intanto – concludono Mammoliti e Lo Schiavo – i commissari farebbero bene a modificare alcuni provvedimenti per rendere più appetibili le previste assunzioni». (ma.ru.)
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