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la vendetta

Sparatoria in centro a Rosarno: arrestato un 27enne – VIDEO

I fatti risalgono allo scorso 31 maggio. L’indagato avrebbe sparato subito dopo contro il portone di un’abitazione

Pubblicato il: 12/07/2025 – 7:41
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Sparatoria in centro a Rosarno: arrestato un 27enne – VIDEO

REGGIO CALABRIA Tentato omicidio plurimo, detenzione e porto illegale di arma di fuoco e danneggiamento, tutti aggravati dal metodo mafioso. Sono queste le accuse per un uomo di 27 anni, Antonio Pensabene, arrestato dagli uomini della Polizia di Stato di Reggio Calabria, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale.

I fatti

Secondo le indagini, infatti, l’indagato lo scorso 31 maggio, tra le 10.30 e le 11.00 – già segnalato per atti persecutori, lesioni aggravate, armi e resistenza a pubblico ufficiale – avrebbe esploso numerosi colpi di pistola tra le vie di Rosarno, prima all’indirizzo della vetrina di un esercizio commerciale al cui interno, in quel momento, era presente il titolare, subito dopo, contro il portone di un’abitazione, per poi concludere il suo raid sparando ben 12 colpi sull’auto di un avvocato del foro di Palmi. Secondo quanto emerso sinora, il movente sarebbe da ricercare in una violenta aggressione subita dall’uomo il giorno precedente all’interno di un negozio di abbigliamento di Rosarno. Il ventisettenne é accusato anche di avere danneggiato, con colpi di arma da fuoco, l’automobile dell’avvocato Antonino Carmelo Naso.

L’indagine

Intervenuti subito dopo i fatti, gli investigatori della Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo (SISCO) e della Squadra Mobile di Reggio Calabria, sotto la costante direzione dell’Ufficio di Procura reggino, hanno esaminato i filmati estrapolati dalle telecamere cittadine di videosorveglianza ricostruendo gli spostamenti del potente motociclo utilizzato dal giovane, riconoscibile in quanto privo degli specchietti retrovisori, fino a raccogliere indizi sufficienti in relazione alla coincidenza tra il casco e gli indumenti, in particolare una felpa azzurra, indossati dall’autore dei raid e quelli usati dal 27enne identificato compiutamente nei pressi della sua abitazione. In un estremo tentativo di eludere le investigazioni, il giovane, due giorni dopo i fatti, aveva provveduto a rimontare gli specchietti retrovisori. L’aggravante del metodo mafioso è stata contestata, allo stato come capo di incolpazione provvisoria, per le modalità plateali del grave gesto, avvenuto in pieno giorno per affermare la forza intimidatrice tipica delle organizzazioni mafiose. Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato condotto presso la casa circondariale “Panzera” di Reggio Calabria a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. (redazione@corrierecal.it)

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