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Tumore al polmone, scoperta mutazione “amica” dell’immunoterapia

Lo dimostra un ampio studio internazionale

Pubblicato il: 14/07/2025 – 16:07
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Tumore al polmone, scoperta mutazione “amica” dell’immunoterapia

ROMA Una mutazione genetica, presente in circa il 5% dei pazienti con Tumore al polmone non a piccole cellule, è associata a una risposta più efficace e duratura all’immunoterapia. Lo dimostra un ampio studio internazionale coordinato dal Dana-Farber Cancer Institute in collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE). L’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento del Tumore al polmone, ma solo una parte dei pazienti ne trae beneficio. Comprendere perché alcuni rispondono e altri meno è una delle grandi sfide dell’oncologia di precisione. Oggi un passo importante arriva da uno studio che ha identificato nella mutazione del gene DNMT3A un potenziale biomarcatore di risposta all’immunoterapia nei pazienti con Tumore al polmone non a piccole cellule. In parole semplici: è come se, nei tumori con questa mutazione, si accendessero dei “fari” che attirano meglio le difese immunitarie. I pazienti con la mutazione hanno mostrato tassi di risposta quasi doppi rispetto agli altri, oltre a una sopravvivenza globale significativamente più lunga. Lo studio, pubblicato sulla rivista Annals of Oncology, apre la strada a nuovi sviluppi terapeutici: in un prossimo futuro, potrebbe essere possibile potenziare l’efficacia dell’immunoterapia agendo proprio sul gene DNMT3A, con farmaci che ne modulano l’attività. In circa un paziente su 20 con Tumore del polmone non a piccole cellule è presente la mutazione del gene DNMT3A. Questo gene è coinvolto in un processo naturale chiamato metilazione, che regola l’attività dei geni agendo come un interruttore: può “spegnerli” senza modificare il loro codice. La sua mutazione sembra rendere il Tumore più riconoscibile al sistema immunitario e quindi più vulnerabile all’azione degli inibitori del checkpoint immunitario. Lo scrive Ansa.

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