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PALAZZO DEI BRUZI

Comune di Cosenza, la carica delle nuore: dopo quella del sindaco eccone un’altra

Incarico per Annalisa Torbilio. È la moglie di Paolo Pappaterra, figlio dell’ex presidente del Parco del Pollino e sindaco di Mormanno nonché figura emergente dei dem calabresi

Pubblicato il: 15/07/2025 – 15:51
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Comune di Cosenza, la carica delle nuore: dopo quella del sindaco eccone un’altra

COSENZA La politica per eredità ma anche gli incarichi alle nuore. A Palazzo dei Bruzi non si può dire che non siano rispettate le quote rosa: ma con esse vanno a braccetto le quote familiari, e dunque dopo l’assessorato a Pina Incarnato, figlia del plenipotenziario del Psi Luigi – braccio destro di Franz Caruso con cui è già proiettato alle prossime Regionali – e l’assunzione di Rita Rocchetti, nuora dello stesso sindaco, bisogna aggiornare l’elenco con Annalisa Torbilio, nuora di Domenico Pappaterra (già deputato ed ex presidente del Parco nazionale del Pollino) in quanto moglie di Paolo, sindaco di Mormanno e figura emergente del Pd regionale con ottime entrature nelle stanze romane del partito sull’asse Schlein-Bonafoni.
Torbilio risulta terza – nel ruolo di funzionario amministrativo, contratto di 18 ore settimanali a tempo determinato, per la durata di tre anni – nello Scorrimento delle graduatorie nella selezione pubblica per assunzione a tempo determinato di ventidue figure professionali/profili vari per l’Ambito Assistenziale n. 1 di Cosenza bandita con Determinazione Dirigenziale n. 1329/2024: è in servizio da ieri.
La vicenda dei concorsi aveva toccato anche il centrodestra a Palazzo dei Bruzi con tanto di coda polemica e annunci in conferenza stampa sui prossimi vincitori. C’è da prevedere che sotto gli ombrelloni non mancheranno argomenti.
Tutto pubblico e legale, ci mancherebbe, trasparente (il documento in questione, firmato Matilde Fittante, registro generale n. 1596/2025, è datato 3 luglio) ma restano i dubbi sulla (in)opportunità di incarichi come questi dal momento che, come si dice, in politica la forma è sostanza. In politica e ancor di più nell’amministrazione della cosa pubblica. Tanto più che ai “figli di” siamo abituati dalla Prima Repubblica mentre per la carica delle nuore ancora non siamo pronti. (redazione@corrierecal.it)

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