Inchiesta alla Dulbecco, fatture “dopate” e assenza dal luogo di lavoro. Le accuse mosse a Luigi Mancuso
All’epoca dei fatti contestati, ricopriva il ruolo di dirigente Medico Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale ALPI dell’Aou

CATANZARO Fatture “dopate”. L’equazione è facile se il riferimento è ad un pubblico ufficiale con la mansione di Doping Control Officer (DCO) e Blood Control Officer (BCO) della federazione Medico Sportiva Italiana ed ai rimborsi per le prestazioni effettuate. La vicenda vede coinvolto Luigi Mancuso (cl. ’58), al centro della nuova inchiesta della procura di Catanzaro sulla Dulbecco. All’epoca dei fatti contestati, l’indagato – finito ai domiciliari si ordine del gip di Catanzaro – ricopriva il ruolo di dirigente Medico Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale ALPI dell’Aou “Renato Dulbecco” di Catanzaro, ma a finire sotto i riflettori – in questo specifico episodio contestato – non è il lavoro svolto per conto dell’azienda sanitaria.
La falsa documentazione
Nel costruire il quadro accusatorio, la procura ritiene di aver raccolto elementi sufficienti a dimostrare come lo stesso indagato abbia simulato «mediante falsa documentazione (…) spese di missione, ed in particolare spese di pasti, pernottamenti e spese di viaggio in realtà mai sostenute, o sostenute per un costo inferiore».
Incaricato di svolgere in missione esterna controlli antidoping, «in 46 distinte occasioni», Mancuso avrebbe rendicontato spese in realtà non sostenute. Nel lungo elenco di episodi, emergono casi in cui il medico ritiene di aver speso determinate somme per consumare pasti in ristoranti, senza che il documento fiscale risultasse effettivamente emesso.
In un caso addirittura, come sottolinea l’accusa, la fattura relativa alla fruizione di un pasto completo consumato a Reggio Calabria nel 2022 è risultata «falsa, in quanto, come da accertamenti presso Agenzia delle Entrate, la medesima azienda risulta aver cessato la propria attività nel 2013».
Intercettazioni, immagini della videosorveglianza installate nelle aree interne ed esterne della Dulbecco sono state alcune delle fonti di prova utili all’accusa impegnata a tratteggiare la figura dell’indagato. Mancuso, sempre secondo la procura, «con cadenza abituale, si assentava fraudolentemente dal luogo di lavoro, sia per lo svolgimento di attività antidoping, sia durante ordinarie giornate lavorative, omettendo di attestare l’uscita dal servizio». (f.b.)
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