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“Rimborsopoli”

Censore dopo l’assoluzione: «Anni di sofferenza, ma ora la giustizia mi ha dato ragione»

L’ex consigliere regionale rivendica con orgoglio la propria innocenza dopo la sentenza che lo scagiona da ogni accusa. «Nessuno ha mai creduto fossi colpevole. Il Tribunale lo ha confermato»

Pubblicato il: 19/07/2025 – 18:26
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Censore dopo l’assoluzione: «Anni di sofferenza, ma ora la giustizia mi ha dato ragione»

CATANZARO «Nessuno dei miei elettori, nessuno dei miei amici e nessuno dei miei familiari aveva mai creduto possibile che, nell’esercizio delle mie funzioni pubbliche, potessi essermi appropriato di alcunché. Ora lo riconosce, a chiare lettere, il Tribunale di Reggio Calabria, che mi ha assolto con la più ampia formula liberatoria dall’accusa di peculato che mi era stata contestata: il fatto non sussiste». A dirlo è Bruno Censore dopo la sentenza di primo grado del Tribunale di Reggio Calabria nel processo denominato “Rimborsopoli” sui presunti illeciti nella gestione dei rimborsi ai gruppi consiliari del Consiglio regionale della Calabria nella legislatura 2010-2012.
«Posso quindi, con piena soddisfazione – continua Censore –  affermare che il grande onore di avere servito il mio territorio e gli interessi del Paese, prima come Consigliere Regionale e poi come Deputato della Repubblica, resta immacolato. Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicini in questi lunghi anni di sofferenza e i miei legali, Cesare Placanica e Domenico Iofrida, che con competenza e serietà hanno rappresentato le mie ragioni, che, come dimostrato dal verdetto finale, erano solide e pienamente fondate».

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