«È urgente e necessario aprire un grande dibattito sui 50 anni di regionalismo»
Il Pd si confronta sul saggio di Drosi. «Riflettere sulle criticità dell’assetto istituzionale e sulle riforme per riavvicinare i cittadini alle istituzioni»

LAMEZIA TERME «È urgente e necessario aprire un grande dibattito sui 50 anni di regionalismo, sulle sue criticità e sulle riforme per riavvicinare i cittadini alle istituzioni». E’ stato questo il leit motiv dell’incontro nella sede regionale del Pd a Lamezia Terme sul saggio di Michele Drosi ”50 anni di regionalismo: tra crisi del modello, tentativi di riforma e proposte per il futuro”. Un’occasione per riflettere sui cambiamenti necessari e condividere idee per un regionalismo più efficace e vicino ai cittadini, per i dem, sulla traccia di quanto scritto ed evidenziato da Drosi. «Le criticità – ha aggiunto Drosi – sono tante e sicuramente ci sono delle correzioni da apportare. C’è soprattutto un problema di organizzazione della Regione, nel senso che dopo la riforma del Titolo V noi oggi abbiamo dei governatori che hanno un potere enorme, a scapito degli organismi collegiali, anzitutto il Consiglio regionale, oggi ridotto a un ruolo di mera ratifica. A mio avviso bisogna inserire dei correttivi per riequilibrare meglio le funzioni tra chi governa e chi poi deve controllare e fare le leggi. E’ importante – ha proseguito Drosi – che il Pd, che è la forza principale del centrosinistra, in vista delle prossime elezioni regionali deve mettersi alla testa di una grande battaglia di rinnovamento e di un grande dibattito coinvolgendo le altre forze politiche, le forze sociali, i cittadini per una nuova fase costituente e per un nuovo regionalismo. Sarebbe questa una battaglia che creerebbe secondo me le condizioni per tornare a vincere».
Gli interventi
Alla presentazione del saggio di Drosi, coordinata da Barbara Panetta, ha partecipato anche il segretario regionale del Pd, Nicola Irto, per il quale il testo «è molto utile alla discussione politica, soprattutto in un tempo in cui non c’è una chiarezza delle competenze tra lo Stato e la Regione. Probabilmente così come l’abbiamo conosciuto il regionalismo non ha funzionato e la riforma del Titolo V ha accelerato un progetto di disgregazione nazionale. E’ l’ora di una discussione seria con una riforma costituzionale vera e non con la riforma dell’autonomia differenziata a trazione Lega che serve solo a dividere il Nord dal Sud». Per Irto importante anche il lavoro che si potrebbe fare alla Regione: «Finora – ha osservato il segretario del Pd Calabria – le riforme che il centrodestra ha messo in campo sono riforme di convenienza politica ed elettorale, finalizzate solo ad aumentare poltrone e costi, come quella del consigliere supplente, cose che ai cittadini calabresi non interessano. Sarebbero invece necessarie riforme per ridisegnare i rapporti tra la Regione e i Comuni e tra la Regione e le Province, penso poi alle deleghe alla Città metropolitana di Reggio Calabria che in maniera vergognosa la destra nega da 5 anni. Sarebbero queste le riforme sensate e giuste per avvicinare la Regione ai cittadini». Un contributo al dibattito è arrivato anche da Mimmo Bevacqua, capogruppo Pd alla Regione: «A nostro avviso le assemblee regionali – ovviamente è un discorso che vale per tutte le Regioni – con l’elezione diretta del presidente abbiano perso smalto, con i presidenti di Regione che impongono l’agenda. In Calabria come altrove c’è bisogno di ripensare il ruolo e la funzione soprattutto dell’assemblea legislativa così come bisogna pensare a una riforma dello Statuto che tenga conto di tutte e criticità ma anche le potenzialità. Ma queste riforme – ha rilevato il capogruppo dem alla Regione – vanno fatte insieme: chi pensa di farle da solo, come ha fatto di recente il centrodestra calabrese con il consigliere supplente, dimostra che non ha una visione. Noi invece siamo pronti ad aprire una vertenza vera, autentica, forte, determinata su questi temi a fine di dare forza e valore al ruolo delle autonomie locali». (c. a.)
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