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Dalla Calabria al Mondo. La ‘ndrangheta e la rete di «sinergie criminali» che la rendono «pericolo globale»

Fiumi di droga, armi da guerra, contatti in tutto il mondo. Alleanze con organizzazioni criminali italiane e straniere. Ben oltre i confini locali

Pubblicato il: 20/07/2025 – 6:55
di Mariateresa Ripolo
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Dalla Calabria al Mondo. La ‘ndrangheta e la rete di «sinergie criminali» che la rendono «pericolo globale»

REGGIO CALABRIA Fiumi di droga, armi anche da guerra, come kalashnikov, munizioni e contatti in tutto il mondo. «Sinergie criminali» con le organizzazioni più potenti e pericolose. Risorse finanziarie inimmaginabili. La ‘ndrangheta è ormai da tempo un «fenomeno globale», e come spiegato dal procuratore ff della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, è «protagonista assoluta in determinate dinamiche in ambito globale», con il suo «approccio totalizzante», come emerso anche recentemente con le inchieste “Pratì” e “Arangea bis – Oikos”.

LEGGI ANCHE: Il mercato globale della ‘ndrangheta. Lombardo: «Dall’importazione alla produzione. Un approccio totalizzante»

Diventa sempre più importante «raccontare la ‘ndrangheta per quello che è», ossia un’organizzazione che «non conosce confini» e munita di «risorse finanziarie enormi» che è capace di accrescere e reinvestire. Un invito e un allarme che il procuratore reggino ha lanciato più volte nel corso del lavoro svolto nella città dello Stretto, ma che si è intensificato alla luce delle inchieste che hanno visto la procura reggina in azione con operazioni che hanno visto impegnati centinaia di donne e uomini tra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza per eseguire decine di arresti, non solo in Calabria. Alcuni indagati dell’ultima inchiesta, “Arangea bis-Oikos”, sono stati destinatari di mandati di arresti europei. Uno di loro si trovava a Palma di Maiorca dove si era reso latitante sfuggendo all’arresto a Reggio Calabria. 

Dalla Calabria al Mondo

Base operativa nei piccoli centri calabresi, ma tentacoli che si muovono per prendere il controllo delle grandi città. «La Calabria – ha spiegato Lombardo – rimane baricentrica, ma le logiche criminali che governano la ‘ndrangheta sono logiche globali e quindi non hanno più confini territoriali e sicuramente vanno ben oltre l’ambito locale». Si parla, come emerge dalle inchieste, di disponibilità di risorse finanziarie e materiali, con numeri che sono enormi. «La ‘ndrangheta oggi ha 400 famiglie e un numero non minore di 60mila affiliati, e soprattutto non ha territori dove non sia operativa». Quello da considerare, dunque, è un quadro d’insieme che vede innanzitutto il coinvolgimento dei clan che sanno fare rete per accrescere gli affari. Da una rete locale a una internazionale in cui i rapporti con altre realtà mafiose e criminali diventa cruciale.
Parlando dell’importanza di fare rete nel contrasto alle organizzazioni criminali, il procuratore nazionale antimafia Melillo – a Palermo al convegno internazionale “Le sfide della criminalità organizzata transnazionale – Scenari europei e latino-americani della cooperazione giudiziaria internazionale” – ha sottolineato come, in particolare, le realtà presenti in Sudamerica siano «profondamente integrate»: «Hanno intrecciato le loro strategie con quelle della criminalità italiana in particolare con la ‘ndrangheta». 

Il business del narcotraffico

Ed è sicuramente il settore del narcotraffico quello tra i più redditizi, e quello in cui l’organizzazione criminale calabrese si dimostra leader indiscussa. Un leadership resa possibile dalla rete criminale intessuta con narcos sudamericani, contatti e infiltrati nei maggiori porti di tutto il mondo, una capacità di radicamento che penetra in ogni ingranaggio del settore. Si parla infatti di «capillarità».
La rete del narcotraffico è resa possibile dal radicamento in Colombia, Ecuador, fino al cuore dell’Europa. E una volta arrivata in Italia e in Europa la sostanza stupefacente, in particolare la cocaina – la più redditizia – viene distribuita e venduta sulle principali piazze di spaccio. «Cento milioni per una tonnellata di cocaina in Europa, 300 milioni in Australia. Colpire la ‘ndrangheta – per Lombardo – vuol dire colpire quel sistema criminale integrato di cui abbiamo parlato in tante occasioni».

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