La cocaina diretta a Genova e il «cervello colombiano» in mano alla ‘ndrangheta – VIDEO
L’arresto a Caucasia di Veléz Isaza esperto nella logistica e nello smercio della droga tra Spagna e Italia. Ma i rapporti dei clan calabresi col Sud America sono più solidi che mai

LAMEZIA TERME I grandi carichi di cocaina, una volta arrivati a Genova, venivano smistati e quindi suddivisi in dosi. Nel passaggio successivo, i piccoli quantitativi della “bianca” venivano commercializzati in uno schema che si potrebbe riassumere in “microtraffico”. Tutto sotto il controllo, strettissimo, della ‘ndrangheta. Una ricostruzione che sarebbe emersa da una accurata indagine internazionale. La stessa che, nei giorni scorsi, ha portato all’arresto di quello che l’Interpol ha definito un «facilitatore» di importazioni di grandi quantità di cocaina nel territorio italiano dalla Spagna, con i carichi di droga – ingenti – provenienti dalla Colombia.

Juan Pablo Veléz Isaza
Il Paese sudamericano da diversi mesi è al centro di numerose inchieste e diversi arresti di soggetti legati alla ‘ndrangheta, ma anche a Cosa nostra e la camorra. Ma andiamo con ordine. Il riferimento in questo caso è a Juan Pablo Veléz Isaza, cittadino colombiano ricercato dalle autorità italiane per reati legati al traffico di droga. Il suo arresto è scattato a Caucasia, cittadina del dipartimento di Antioquia. Secondo le autorità giudiziarie internazionali, infatti, il colombiano sarebbe «il coordinatore di una rete di narcotraffico con legami con l’organizzazione criminale italiana» ovvero la ‘ndrangheta calabrese.
La versione in spagnolo dell’articolo: Cocaína con destino a Génova y el “cerebro colombiano” en manos de la ‘ndrangheta
Come è emerso dalle indagini, infatti, Veléz Isaza attraverso una fitta rete di complici, gestiva l’ingresso di grandi quantità di droga da distribuire a Genova, capoluogo ligure. Il ruolo del colombiano era specifico: coordinare la logistica internazionale del carico, dal Paese di origine all’arrivo in Italia. L’indagine internazionale, culminata con il blitz della Policía Nacional colombiana a nei giorni scorsi, include tutta una serie di analisi delle sue comunicazioni telefoniche, ma non solo. Gli inquirenti, infatti, hanno utilizzato anche il tracciamento dei veicoli utilizzati dalla rete oltre ad aver esaminato le immagini di videosorveglianza. Tutti elementi che, messi insieme, avrebbero evidenziato la partecipazione attiva al traffico internazionale di droga di Juan Pablo Veléz Isaza.

La cattura di “Peppe” Palermo
Quello di Veléz Isaza precede di qualche giorno l’arresto di un altro elemento di spicco del narcotraffico internazionale, legato alla ‘ndrangheta calabrese. Parliamo di Peppe Palermo, palermitano classe 1978 ritenuto dalla Dda di Reggio Calabria «principale referente in Sud America per il gruppo criminale di Platì». Insomma, un «elemento chiave per l’acquisto e la spedizione della cocaina» dalla Colombia in Calabria. Inoltre, secondo le autorità colombiane, Giuseppe “Peppe” Palermo «non solo guidava l’acquisto di grandi carichi di cocaina in Colombia, Perù ed Ecuador, ma controllava anche le rotte marittime e terrestri per trasportare la droga verso i mercati europei».
Il sorriso di “Dollarino”
E che dire, invece, di Emanuele Gregorini alias “Dollarino” catturato lui a Cartagena dopo mesi di ricerche. Il 36enne nativo di Marino, Roma, è una figura criminale importante, e non solo per il paese sudamericano, ma anche per l’Italia. Come ricostruito dalle autorità colombiane, dunque, “Dollarino” Gregorini si trovava oltreoceano perché sarebbe un «emissario» con il compito di ricostruire le rotte colpite dopo la cattura di altri due elementi di spicco nel 2024: Gustavo Nogueira e Luigi Belvedere, entrambi legati alle mafie di Napoli e Caserta. Il suo arresto, peraltro, è stato eseguito solo qualche giorno dopo quello di Ronald Fernando Acosta Cuesta alias “Rony” «membro della “Junta del Narcotráfico”» e al servizio della ‘ndrangheta, «trasportando cocaina tra la Calabria e Milano».

Calabria-Colombia
Insomma, in Colombia la presenza della ‘ndrangheta ha assunto i contorni di una «emergenza nazionale». Il suo modello operativo si basa sull’invio di emissari che creano reti in diverse regioni». Qui, la ‘ndrangheta e le mafie italiane in generale, per avere successo si sono impegnate a stabilire forti legami con i partner locali. L’ennesimo colpo – almeno in Italia – è stato messo a segno nei giorni scorsi, dopo l’operazione “Pratì”, anche con “Arangea 2”, disvelando un legame molto profondo tra Calabria e Colombia, tra ‘ndrangheta e criminalità locale. Un asse miliardario. (g.curcio@corrierecal.it)
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