«Eredi Zanfini insolvente verso i dipendenti», la nota di Faisa-Cisal
I lavoratori non avrebbero ricevuto alcune mensilità, «un ritardo inaccettabile». Previsto sciopero contro il modus operandi della società

COSENZA La Eredi Zanfini, azienda attiva nel settore dei trasporti, sarebbe insolvente verso i propri dipendenti. Lo denuncia in una nota Faisa-Cisal Calabria: «In questi giorni – scrive il sindacato – ci siamo dovuti nuovamente occupare di una problematica che pensavamo essere stata consegnata al passato, nella società Eredi Zanfini Salvatore. Il riferimento è al mancato rispetto dei termini legati alla corresponsione dei salari che, ad oggi, vede l’impresa acrese dover onorare i propri impegni nei confronti dei lavoratori sia per il saldo della tredicesima mensilità del 2024 che per i salari di maggio, giugno e per la quattordicesima 2025. All’uopo di rivendicare il sacrosanto diritto al salario, è stata esperita già la prima fase delle procedure, previste dalla Legge, che porterà i lavoratori a scioperare contro il modus operandi della società». La protesta di Faisa-Cisal continua: «È inaccettabile che un’impresa erogatrice di servizi nell’ambito di un contratto regionale possa pensare di elargire i salari con ritardi che mettono in ginocchio padri di famiglia che spesso fanno capo a nuclei monoreddito. Nessuna valida giustificazione è stata fornita sui ritardi dalla Eredi Zanfini che, in occasione dell’incontro del 18 luglio u. s., ha solo tentato di prendere tempo anziché offrire certezze sull’immediato pagamento dei salari arretrati e sulla puntualità di quelli futuri. L’impresa, con il suo atteggiamento, – accusano – ha inoltre fornito la prova di essere un’azienda sulla quale è urgente che la Regione Calabria interagisca con il Consorzio alla quale la Zanfini aderisce, non solo perché siano rese le garanzie sull’immediato soddisfo salariale dei dipendenti lasciati a tasche vuote, ma anche per dare corso alla verifica della sussistenza delle condizioni di Legge per l’esercizio delle autolinee». E ancora: «Accanto alla regolarità contributiva, che costituisce elemento in assenza del quale la pubblica amministrazione non liquida i propri fornitori, riteniamo indispensabile che si tenga conto anche della regolarità retributiva, intesa come osservanza dei dettami di Legge e di contratto in tema di puntuale elargizione dei salari. In difetto dell’osservanza delle più elementari norme, qual è anche quella dell’erogazione dei salari nei termini previsti, non si comprende come possa in Calabria costruirsi un mondo del lavoro «normale», nel quale i lavoratori, com’è giusto che sia, risultino garantiti dei frutti del proprio lavoro. In attesa della seduta di conciliazione presso la Prefettura di Cosenza, già convocata, – conclude la nota – scriveremo all’Assessore Gallo perché dia un segno dell’attenzione della Regione – che è l’Ente che eroga le risorse per il servizio – anche sulla verifica della sussistenza delle condizioni prescritte dalle norme per lo svolgimento di un pubblico servizio qual è il TPL».
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