Le regionali siano scontro, non guerra
«Una coalizione deve puntare a vincere sulla base delle idee, forti, anche irruenti ma mai intrise di giustizialismo»

Paride Leporace rivolge al centrosinistra l’invito a muoversi per le prossime regionali. Non sappiamo come e quando sarà scelto il candidato della coalizione. E se ci saranno le primarie e se saranno aperte o chiuse.
Il centrodestra ricandiderà Occhiuto come aveva già preannunciato da tempo. Rivendicandone l’azione politica.
Occhiuto è stato un ottimo presidente o no? Sono valutazioni politiche legittime, da un punto di vista e l’altro. E in politica è naturale che ci sia lo scontro. Anzi, quando esso manca nelle sedi opportune si invocano poi interventi esterni.
Lo scontro è giusto la guerra, invece, non serve. Non serve il clima di giacobinismo che si registra in altre Regioni.
Cedere alla compulsione di utilizzare le inchieste è un boomerang. Il presidente della Regione è indagato ma la stessa cosa accadde a tanti suoi predecessori poi successivamente assolti.
Fermo restando che la magistratura ha il diritto di fare il suo mestiere sarebbe sbagliato affidarle un compito politico. Vale per Matteo Ricci nelle Marche e per chiunque.
Una coalizione deve puntare a vincere sulla base delle idee, forti, anche irruenti ma mai intrise di giustizialismo.
Mancano ancora 14 mesi e allora Occhiuto potrà presentare il suo consuntivo. Se il centrosinistra sarà in grado di fronteggiarlo politicamente potrà ovviamente ambire a vincere come accade in tutte le democrazie.
Trovo ingiusto che un presidente, un sindaco, debba cedere perché colpito da provvedimenti giudiziari che poi possono tradursi in proscioglimenti o assoluzioni. Si può dire che Loiero e Oliverio non abbiano fatto il massimo nella loro azione politica ma è indubbio che le inchieste di cui sono stati vittime li abbiano fortemente indeboliti.
Il sogno intatto è quello di avere dinanzi un polo progressista riformista che faccia della proposta politica il suo essere alternativo. Lasciando per strada giacobinismi che non servono a niente.
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