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SETTE GIORNI DI CALABRESI PENSIERI

Resilienza o tarantella? Cosa ci insegnano il Pnrr e l’alta velocità in Calabria

L’utile libro sulla generazione cerniera del calabrese Antonio Candela e il sequestro per abusivismo del locale “Principe abusivo” di Amantea

Pubblicato il: 26/07/2025 – 6:55
di Paride Leporace
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Resilienza o tarantella? Cosa ci insegnano il Pnrr e l’alta velocità in Calabria

In quel capolavoro di romanzo storico che è “I fuochi del Basento” scritto da Raffaele Nigro, il personaggio di Carlantonio Nigro, già sostenitore del calabrese cardinale Ruffo, vagando tra le montagne lucane sul sagrato di una chiesa vede pochi contadini “tarantolati” farsi guarire da contadini musici che orchestrano una pizzica.
Siamo in quel clima di Sud e magia che fiumi d’inchiostro ha versato il secolo scorso per comprendere la nostra Storia e Geografia.
Nel nostro tempo difficile invece curiamo lo spirito pubblico collettivo con l’ormai inflazionata resilienza, la quale compare nel celeberrimo e ipercitato Pnrr come piano nazionale di ripresa che vide l’Europa stanziare 750 miliardi di euro per sanare i guasti della pandemia Covid nel vecchio continente.
Occasione ghiotta per la Calabria del si tira a campare per diventare resiliente accelerando transizione ecologica e digitale e modernizzandosi come l’epoca nuova rende tutto possibile a partire dall’Alta velocità inchiodata ancora a Salerno.
Mi si perdoni l’ostinazione ma mi sembra che il dibattito pubblico calabrese appare quantomeno confuso sull’argomento. Freschi reduci di Consiglio regionale prima delle vacanze abbiamo ascoltato le opposizioni sostenere che sull’Alta velocità ferroviaria “mancherebbe una pianificazione territoriale chiara” tesi combattuta dal leghista Pietro Raso che ha ammonito in aula: “Sull’alta velocità è stato fatto in questa legislatura più che negli ultimi trent’anni». Ai posteri l’ardua sentenza.
Per i 5 stelle calabresi, che non mancano di saper essere opposizione, in un documento ben documentato invece si legge che sulla tratta di Alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria si conta una spesa di appena 80 milioni su 2,7 miliardi previsti per il territorio calabrese. E nel libro mastro emergerebbe anche che sui 122 milioni di euro destinati, sono stati spesi appena 27mila euro, meno dell’1%. Numeri un po’ ballerini per capire bene le deficienze denunciate da chi sostiene che saremmo ad un fallimento “del Pnrr calabrese”.
Un’autorità in materia come il professore di pianificazione dei Trasporti alla Mediterranea di Reggio, Francesco Russo, nel guardare tutti i documenti ha vaticinato che i lavori dell’Alta velocità si fermerebbero a Praia a Mare fino al 2050 cambiando toponimo al Cristo leviano della mobilità avanzato da Eboli per pochi chilometri. Dissente sul punto la senatrice leghista Tilde Minasi che, pur stimando le competenze del professor Russo, sostiene che “le sue preoccupazioni non trovano riscontro nei fatti né nelle azioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, retto da Matteo Salvini”.
Un po’ di chiarezza tra le parti va affrontata per capire qual è lo stato delle cose e per poter noi giornalisti meglio informare, oggi stupefatti che la classe dirigente sostenga tesi così opposte.
Il ragionamento è molto semplice. I soldi pubblici in questo momento non mancano. Sono stati stanziati, la classe dirigente di ogni colore sia chiara nell’aritmetica e nel linguaggio. Sui social pubblicate grafiche animate su quanti progetti sono stati realizzati, quanti denari sono stati impegnati e spesi, quanto tempo manca al rischio che gli euro tornino indietro.
Noi osserviamo quello che accade. Nella confinante lucana Rotonda, come nella nostra Civita (nella foto qui in basso una tipica casa Kodra antropomorfa) o a Badolato i residenti abitanti sono resilienti e con gli atti amministrativi e civici combattono lo spopolamento galoppante. A Gerace la bella per monumenti i 20 milioni di euro di municipio ammesso al Piano Nazionale Borghi (PNRR) promosso dal Ministero della Cultura stanno andando nella direzione del dossier vincitore?

Non è più tempo di esorcismo, “piccio” e tarantismo. Le tarantelle si ballino per divertirsi. Non tiriamo più a campare in Calabria. Impegniamo i soldi pubblici e spendiamoli bene. Puniamo con il voto prossimo futuro chi eventualmente avrà sbagliato fosse sia del governo o dell’opposizione.

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Sui temi dell’innovazione e del protagonismo dei quarantenni tema strettamente legato alla buona spesa dei fondi pubblici segnalo il libro fresco di stampa “Generazione cerniera. come trasformare i rischi in opportunità” (Ecra edizioni). Una sorta di manuale di formazione utile e necessario per saper prendere il proprio destino in mano. L’autore è un calabrese in carriera, l’ingegnere Antonio Candela. Candela viene dalla realtà complessa e difficile di Cassano Jonio. All’università Candela forse per caso o forse per vicinanza scelse di andare a Potenza. E poi ci è rimasto. Diventando un personaggio pubblico molto influente. E’ stato rappresentante degli studenti, poi è diventato imprenditore. Un quarantenne vulcanico e dinamico capace di fondare una cooperativa che offre lavoro a giovani dipendenti in ambito universitario, amministratore di un Consorzio dell’Unibas, Candela è stato capace di presiedere e ideare la candidatura vincente di Potenza città italiana dei giovani 2024. Ne segnalo capacità e talento a quei comuni calabresi che vogliono diventare capitale di qualcosa. Avrete già capito che a oltre ai master l’ingegner Candela la sua esperienza l’ha molto fortificata con Matera 2019 capitale europea della Cultura. Questo suo primo libro in forma chiara, sintetica e con dati essenziali è una buona cassetta di attrezzi per affrontare il nostro presente.

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Leggo da cronache locali che nella vivace Amantea i carabinieri del posto hanno sequestrato un divertimentificio del frequentato lungomare.
Dal cibo di ogni tipo da consumare insieme a danze e feste le autorità hanno ritenuto fuor di legge la mancanza di numerose autorizzazioni necessarie alla disciplina dello spettacolo dal vivo. Non è mancato chi ha ricordato che nel ristorante dancing l’estate scorsa avvenne una rissa con feriti che fece intervenire sul posto diverse ambulanze. Ora inizierà certamente una battaglia legale che dovrà certificare se è legale o abusivo il divertimento di questo celebre locale di Amantea? Si vedrà. Ah dimenticavo di dirvi che il locale si chiama “Il Principe abusivo”. Nome omen?

sequestro amantea 1

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