Schlein: «Stiamo facendo un lavoro senza strappi, non sono permalosa e per questo resisterò ancora»
La segretaria del Pd al Magna Graecia Film Festival: «Resa a Trump, governo assente. Difendiamo sanità, lavoro e diritti»

SOVERATO Dalla pastasciutta antifascista consumata in occasione della festa dell’Unità di Quinzano al palco del Magna Graecia Film Festival per il primo talk politico del Festival del cinema diretto da Gianvito Casadonte. La segretaria del Pd arriva in Calabria, a poche ore dall’accordo sui dazi, e il primo affondo è diretto alla premier Giorgia Meloni.
A Tommaso Labate, editorialista del Corriere della Sera, il compito da “direttore del Mgff politica” di moderare il dibattito. Il primo riferimento, inevitabilmente, è al cinema, allo stallo alla messicana al colpo sparato da Donald Trump agli Stati membri dell’Unione Europea, piegati dinanzi all’imposizione dei dazi al 15%.
«Non è un buon accordo, ma una resa a Trump. Siamo arrivati a questo punto per le divisioni europee e per coloro che hanno optato per una linea morbida che si è rivelata fallimentare, come ha fatto il nostro governo», dice Schlein. A rischio, come annunciato anche da Svimez, circa «100mila posti di lavoro oltre a miliardi di euro in fumo». E mentre «ci battiamo per un piano industriale europeo, i nazionalisti hanno deciso di regalare a Trump 750 miliardi, esattamente quanto vale quanto il Next Genetarion EU. Al governo chiediamo che fine hanno fatto i fondi destinati alle imprese e cosa vogliono fare per riparare i danni».
Labate incalza la segretaria. La vicenda dei dazi di Trump può essere il momento che voi aspettavate per vincere le elezioni? «No, non abbiamo bisogno di questo. Abbiamo offerto collaborazione alla maggioranza». L’alternativa al governo Meloni poggia su cinque punti. «La priorità assoluta è difendere la sanità pubblica dai tagli e dalla privatizzazione della destra, un bambino che nasce qui in Calabria ha una aspettativa di vita inferiore rispetto a chi nasce al nord», la seconda è «la difesa della scuola pubblica, la terza un lavoro dignitoso perché con salari così bassi è facile andare via». Schlein prosegue. Il quarto punto è la politica industriale, che «prescinde da Trump. Abbiamo il costo delle bollette più alto d’Europa, in altre nazioni il prezzo dell’energia è slegato rispetto a quello del gas. Su questo stiamo costruendo un attacco al governo». L’ultima priorità riguarda i diritti, «alla casa, al riconoscimento di cittadino, alla famiglia».

Le candidature per le regionali e la stoccata ad Occhiuto
Dalle immagini drammatiche immagini della guerra a Gaza, alla «deportazione» nei centri migranti in Albania: la segretaria del Pd approfitta per ricordare altre scelte errate del governo colpevole di aver «gettato denari che potevano essere destinati alla sanità, all’assunzione di medici e infermieri».
Labate sposta la discussione sulla politica nazionale. Il tema? Le regionali.
«Quando ci siamo uniti su candidature credibili abbiamo vinto» e poi la stoccata ad Occhiuto, Mario. «Il fratello del governatore ha pronunciato un discorso sull’autonomia differenziata, dov’erano gli altri governatori di centrodestra?». La chiosa: «Se restiamo uniti regaleremo una bella sorpresa a questa destra». Labate insiste sulle regionali e sulla scelta dei candidati. «Siamo già partiti con le discussioni delle candidature, ma i programmi restano centrali», dice la segreteria che aggiunge: «Il Pd si è rafforzato dopo la sconfitta delle politiche, con due anni di lavoro siamo risaliti al 24%. Non basta e per questo lavoriamo alle alleanze».
Quando Elly Schlein è diventata segretaria del Pd in molti immaginavano un percorso tortuoso e destinato a concludersi con una resa come accaduto, in passato, ad alcuni predecessori. «Ho resistito e stiamo facendo un lavoro costante, senza strappi». Schlein sceglie una metafora cinematografica, immaginando un ruolo in un western di Sergio Leone. «Non sono quella che spara più veloce degli altri, ma punto a convincere tutti i contendenti a gettare a terra la pistola. Non sono permalosa e per questo resisterò ancora». (f.benincasa@corrierecal.it)
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