Greco: 7 laureati Unical su 10 lavorano dopo un anno, ora pensiamo a come trattenerli in Calabria
Anche lo sfidante Rubino alla prima uscita pubblica dopo l’ufficializzazione della candidatura a rettore: «Quando mi sono iscritto io, ingegneria informatica era un’ingegneria di serie B»

RENDE «Quando mi sono iscritto all’Unical, ingegneria informatica era considerata una ingegneria di serie B. Oggi i duemila addetti del distretto tecnologico di Rende danno vita a uno dei poli più importanti d’Italia, lo ha certificato da ultimo Bankitalia». Gianluigi Greco è alla prima uscita da candidato rettore Unical ed è venuto anche lo “sfidante” Franco Rubino ad ascoltare Greco a Rende, dove la UIL ha organizzato un dibattito su giovani e lavoro: «Non si può non parlare di AI, su cui – dice Greco – ho una posizione eretica, credo siano tecnologie da orientare e adottare ma solo per il benessere dell’uomo, altrimenti non hanno senso. Credo nell’importanza delle relazioni umane, l’empatia va coltivata fin dalla scuola. Formazione e ricerca sono le due missioni delle università, la terza è il lavoro ma è un’espressione che ho cancellato nel mio programma, non è una missione subalterna. Preferisco parlare piuttosto di collaborazione con la società: il lavoro è lì, non è l’università a decidere come, in senso unidirezionale». Altro obiettivo di Greco l’«innovazione sociale come nel Politecnico di Milano: vedi laboratori per i figli degli immigrati». Poi qualche punto dolente: «Non esiste ancora, qui, un laboratorio open tra Unical e aziende: cercherò di crearlo, ne parlavo oggi con un professore calabrese che insegna ad Harvard». Ma anche la crescita d’ateneo di Arcavacata, dove è stato «rotto lo stereotipo delle immatricolazioni, una tendenza che si è invertita: in 6 anni il tasso di occupazione dei nostri laureati è passato dal 61% al 70% dopo un anno (dati Almalaurea), sette persone su dieci lavorano, cerchiamo di farli lavorare in Calabria. Siamo in grado di formare ragazzi bravissimi, cerchiamo di trattenerli. Con tirocini ed esperienze professionali che quasi sempre si trasformano in rapporti di lavoro. La sfida adesso è come progettare questi percorsi» conclude Greco.

Gli interventi di Senese, Principe e Varone
Maria Elena Senese, segretaria generale Uil Calabria, invita ad affrontare quella che definisce «transizione sociale nella nostra società, non solo ecologica ed energetica». Disegna uno scenario locale fatto di Pmi e incapacità di accogliere investimenti di grandi gruppi industriali (anche per via della criminalità). «Si parla di livelli di occupazione mai raggiunti, però – commenta Senese – sono dati falsati: si tratta di lavori precari e fragili, atipici e a tempo determinato. È lavoro povero e di scarsa qualità. Bisogna rimettere dignità, diritti e legalità al centro, parlandone non più come eccezioni». Senese segnala infine l’«altissima percentuale di Neet, gente – donne e giovani soprattutto – che il lavoro nemmeno lo cerca più. Intanto – conclude – ci apprestiamo a chiudere la vertenza epocale che riguarda 4200 tirocinanti». Sandro Principe, sindaco di Rende, ha una «utopia che può diventare realtà: adottiamo una parte dei 35mila giovani che frequentano Rende e la ripopoleranno». E poi la delocalizzazione del lavoro (il cosiddetto southworking) che può fare leva su un costo della vita inferiore a quello di altre regioni d’Italia. «Al candidato rettore Greco dico che l’Unical deve uscire dal suo guscio e dall’autoreferenzialità tipica dell’accademia. Attiviamo l’università nel territorio, la Regione se n’è accorta adesso con la Medicina: mettiamo in moto forze produttive, sindacati e imprese, comuni e provincia. La ricerca attrae investimenti e dà occupazione».
Per Fortunato Varone, dg del dipartimento Lavoro della Regione Calabria, «la scuola fornisce la cassetta degli attrezzi per avere la libertà di pensiero», poi subentrano le istituzioni: e cita l’avviso da 250 milioni su assunzioni anche da remoto, «un incentivo che abbiamo ideato come unica Regione d’Italia. Ma è innegabile il mismatch tra formazione e mondo del lavoro, che va velocissimo. E l’intelligenza artificiale è una nuova rivoluzione industriale: un film del 1980 con Albero Sordi, Io e Caterina, mi ha fatto capire il mondo dei robot (Principe lo invita a leggere Isaac Asimov). Io – racconta Varone quasi pentendosi di non avere studiato all’Unical – ho studiato alla Sapienza ed è stata un’esperienza drammatica: aule da 2mila persone, il professore a cui avevo chiesto la laurea mi rispose dopo 3 anni, quando ero già laureato…».
La fuga dei giovani in cifre
All’incontro era presente tra gli altri Massimo La Deda, docente Unical e consigliere comunale di Rende, che ha chiuso i lavori dopo Roberto Rugna, presidente Ance Calabria, e Andrea Codispoti segretario generale UilScuola: da loro gli spunti sulle prospettive dell’edilizia (che vale il 44% del Pil ma ha difficoltà a trovare personale adeguato e qualificato di ogni tipo) e dell’insegnamento, con sullo sfondo dati allarmanti: l’Istat segnala 10mila giovani l’anno che lasciano la Calabria e negli ultimi 25 anni è emigrato l’11% della popolazione: il 23% dei giovani. (eu.f.)
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