Giustizia, Sisto: «Riforma nell’interesse della magistratura e soprattutto dei cittadini»
Il viceministro della Giustizia agli “Stati generali del Sud” a Villa: «Un’inchiesta giudiziaria non può essere un motivo di turbamento della politica»

VILLA SAN GIOVANNI «Il referendum non è una battaglia contro nessuno, sia da una parte che dall’altra. Bisognerebbe capire, che non c’è nessuna acrimonia nei confronti della magistratura e non ci deve essere acrimonia nei confronti della politica». Così il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, a margine degli “Stati generali del Mezzogiorno” di Forza Italia in corso a Villa San Giovanni, circa le recenti polemiche sulla riforma della giustizia. «Penso che il referendum – aggiunge – serva a dare al nostro paese un giudice veramente terzo ed imparziale. Noi vogliamo semplicemente che il cittadino sia maggiormente protetto, rassicurato sulla giustizia e veda finalmente un giudice davvero terzo ed imparziale, diverso da chi accusa. Come diverso da chi difende. La seconda cosa è liberare il magistrato dal giogo delle correnti. Non ci sarà più bisogno, per fare carriera, di essere iscritti ad una corrente o all’altra. Basterà essere bravi e mi sembra che il recupero della meritocrazia non può che far piacere a tutti».
«Da Occhiuto una mossa di profondo rispetto per la democrazia »
«La scelta di Roberto Occhiuto l’ho trovata importante perché significa che la politica ha soltanto i cittadini come punto di riferimento», ha detto Sisto a margine. «Roberto Occhiuto – aggiunge – è uscito dall’angolo ed ha detto che chiederà ai cittadini, nonostante la vicenda giudiziaria, di essere confermato o meno. Trovo questa mossa di profondo rispetto per la democrazia e soprattutto di giusto ridimensionamento delle inchieste giudiziarie. Un’inchiesta giudiziaria non può essere un motivo di turbamento della politica e questo è un paese che questo principio lo ripudia. Abbiamo già pagato con Mani pulite un prezzo altissimo, non possiamo pretendere, non possiamo veramente permetterci una seconda Mani pulite, sia pure in forme apparentemente più soft. Non ce la possiamo permettere. Dobbiamo puntare ad un paese che distingua nettamente il profilo giudiziario dal profilo politico, in cui la pendenza non deve essere delegittimazione della politica».
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