Ponte sullo Stretto, le reazioni: «Svolta epocale». Per le associazioni un «azzardo che peserà sugli italiani»
Per gli esponenti del centrodestra si tratta di una «svolta epocale». Critico il Movimento No Ponte e ambientalisti: «Una mangiatoia»

ROMA Dopo l’approvazione da parte del Cipess del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, inizia una fase importante che porterà all’avvio dei lavori. Dopo la conferenza del ministro Matteo Salvini, che ha sottolineato come «non si era mai arrivati fino a questo punto», sono tante le reazioni che arrivano dal mondo della politica e dell’associazionismo.
Ferrante: «Svolta epocale»
Per il sottosegretario al Mit Tullio Ferrante si tratta di un «traguardo epocale, che apre un nuovo capitolo per lo sviluppo dei territori e dell’Italia. Siamo ad un punto di svolta per la madre delle grandi opere che, dopo tanta attesa, presto vedrà finalmente l’avvio dei lavori: con il Ponte di Messina, simbolo di un’Italia sempre più moderna e interconnessa, si realizza il sogno del nostro Presidente Silvio Berlusconi che per primo ha creduto nel collegamento stabile tra Calabria e Sicilia come volano per la competitività, per la crescita, per il futuro del nostro Paese. Il Ponte sullo Stretto rivoluzionerà i collegamenti nel Mazzogiorno, diventando – aggiunge – uno snodo fondamentale nel sistema nazionale dei trasporti che rilancerà il ruolo centrale dell’Italia nel Mediterraneo e in Europa. Si tratta di un’infrastruttura strategica per il completamento delle reti transeuropee di trasporto, parte essenziale del Corridoio Scandinavo – Mediterraneo che consentirà di dare nuovo impulso agli scambi commerciali. L’opera abbatterà drasticamente le emissioni di Co2, porterà benefici economici maggiori rispetto ai costi in termini di crescita del Pil e avrà un impatto diretto sull’economia locale, creando migliaia e migliaia di posti di lavoro e stimolando il turismo. Il Ponte, rappresenta anche una vetrina straordinaria per l’eccellenza ingegneristica italiana e le nostre capacità di innovazione: mostreremo al mondo cosa può fare l’Italia quando mette in campo le sue migliori energie e, quando sarà realizzato, anche i suoi detrattori dovranno ricredersi. È tempo di archiviare la stagione dei No, che per troppi anni ha frenato le ambizioni del nostro Paese, e superare l’approccio meramente ideologico. Con il Ponte sullo Stretto – conclude Ferrante – si inaugura una nuova fase all’insegna della modernizzazione, dello sviluppo e della libertà per il Mezzogiorno e per tutta l’Italia».
Durigon: «Una promessa che diventa realtà»
«Il Ponte sullo Stretto si farà ed è merito del ministro Salvini, del governo e della Lega che hanno tradotto una promessa in realtà dopo decenni, ridato centralità al Mezzogiorno, puntato su una infrastruttura che unisce, consolida e rafforza il Paese. Farà volare gli investimenti, l’occupazione e la ricchezza del Sud e di tutta Italia. Oggi scriviamo una bella pagina per i nostri cittadini e per chi, da sempre, ha visto in questa infrastruttura strategica un simbolo di progresso, innovazione e competitività». Lo dichiara il vice segretario federale della Lega e sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon.
Furgiuele: «Data storica»
«Con l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto si compie l’ultimo passo fondamentale prima dell’avvio concreto dei lavori di questa realizzazione. Un atto che segna il giro di boa dal periodo di pianificazione, discussione, valutazione portate avanti per anni su questa infrastruttura, e l’azione reale, che produrrà sul territorio gli interventi necessari alla sua costruzione. Il collegamento stabile tra Calabria e Sicilia rappresenta un volano di crescita per entrambe le regioni, sia in termini di indotto e occupazione che di sviluppo della restante rete infrastrutturale connessa al Ponte stesso. Non sarà infatti solo una parte del corridoio Ten-T Scandinavo Mediterraneo, ma anche un asse portante per la crescita delle reti stradali e ferroviarie nel Mezzogiorno. Un traguardo storico, frutto del caparbio e incessante lavoro del ministro Matteo Salvini che si è speso sin dal primo giorno per ridare vigore a questo progetto, trasformandolo in realtà. Si apre una nuova importante pagina non solo per il Sud Italia ma per tutto il Paese. Avanti così, ancora una volta, con competenza, caparbietà e dedizione: lo avevamo promesso, lo stiamo mantenendo». Lo dichiara il vicecapogruppo e deputato calabrese della Lega Domenico Furgiuele.
Cisl soddisfatta
«L’approvazione del progetto definitivo da parte del CIPESS rappresenta un passaggio storico e decisivo verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Un’opera strategica per il Mezzogiorno e per l’intero Paese, da sempre sostenuta dalla CISL come elemento chiave di connessione, sviluppo e rilancio infrastrutturale». È quanto dichiarano in una nota congiunta Giuseppe Lavia, Segretario Generale della CISL Calabria, e Nausica Sbarra, Segretaria Generale della CISL Città Metropolitana di Reggio Calabria, commentando l’ultimo fondamentale via libera arrivato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. «Come CISL – affermano i due dirigenti sindacali – abbiamo sempre guardato con favore alla realizzazione del Ponte, ritenendolo un catalizzatore di altri interventi fondamentali per colmare i ritardi storici che penalizzano il Sud. La sua costruzione rappresenta non solo un’infrastruttura viaria, ma un cambio di paradigma per l’intero sistema Paese. La CISL – concludono – sarà parte attiva e responsabile in questo processo, sostenendo lo sviluppo e contrastando con determinazione ogni tentativo di riportare indietro il dibattito attraverso una sterile e pregiudiziale cultura del no. Serve concretezza, serve visione, serve partecipazione: il Ponte può essere davvero la chiave per un’Italia più unita, moderna e giusta».
Il Movimento No Ponte: «La mangiatoia può continuare»
«L’approvazione del progetto definitivo del Ponte da parte del Cipess non è una notizia, è l’ennesima porcata di Stato, frutto dell’arroganza di un governo che calpesta tutto e tutti, soprattutto gli interessi reali degli italiani». Lo afferma il Movimento No Ponte, che mostra ancora la sua contrarierà all’opera. «La sicurezza con cui da tempo annunciavano l’esito di questo passaggio dimostra che non si è trattato di una valutazione tecnica, ma dell’ennesima forzatura politica, e la presenza della Meloni ne è una conferma plateale. In fondo si tratta dello stesso copione che avevamo già visto con il parere della Commissione VIA-VAS: approvazione scontata, nonostante ben 62 prescrizioni che, di fatto, impongono di rifare il progetto da capo. Chi oggi festeggia l’approvazione non lo fa perché crede che il Ponte si farà – neanche i più accaniti sostenitori ci credono – ma perché si apre ulteriormente la mangiatoia: una pioggia di soldi pubblici per i soliti noti, a partire dal miliardo e mezzo di penale da pagare a Eurolink in caso di stop. Una truffa annunciata, segnalata perfino dagli organismi di vigilanza, che però il Governo ha ignorato senza il minimo imbarazzo. Il garbo istituzionale non appartiene a chi usa le istituzioni per saccheggiare i territori. Intanto si sottraggono risorse vere alle emergenze di Calabria e Sicilia: fondi cancellati per l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, tagli al PNRR, sanità al collasso, scuole che cadono a pezzi, trasporti interni da terzo mondo. Per tutto questo non ci sono soldi. Per il Ponte, sì. Ma se pensano di spegnere la nostra rabbia si sbagliano di grosso. Non ci fermeranno né le minacce repressive, né il Decreto Sicurezza, né le fandonie sulle “infiltrazioni” o gli “ambienti antagonisti”. La verità è che vogliono silenziare ogni opposizione sociale, ma non ci riusciranno. Il 9 agosto saremo in tante e tanti a Messina. Perché non ci stiamo a vedere svendere la nostra terra. Calabria e Sicilia non sono zone da occupare, da espropriare, da militarizzare. No al Ponte, sì al futuro. No alla mangiatoia, sì alla dignità dei nostri territori».
Il Comitato Ponte Subito: «Grande entusiasmo»
«L’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess segna il punto di non ritorno per la realizzazione del Ponte sullo Stretto: accogliamo con grande entusiasmo questa notizia nell’aria da tempo grazie all’azione politica del ministro Salvini e del premier Meloni a cui vanno i più grandi apprezzamenti per questo traguardo storico». Lo afferma, in una nota, il Comitato Ponte Subito. «Adesso i lavori potranno iniziare secondo le norme previste dallo Stato – procede il Comitato che da decenni si batte per la realizzazione della grande opera – e questo farà sì che si possa finalmente concretizzare un sogno atteso per oltre mezzo secolo da milioni di calabresi e siciliani desiderosi di un futuro di sviluppo, benessere e ricchezza. Siamo certi che il governo Meloni e il ministro Salvini continueranno a battersi senza indugio per questo obiettivo straordinario, nonostante i continui ostacoli politici e giudiziari posti da chi invece ha visioni differenti ed evidentemente vorrebbe un meridione sempre povero, arretrato e sottosviluppato. Oggi è una giornata storica in cui viene confermata la bontà del lavoro di questo esecutivo che in poco più di due anni ha bruciato tutte le tappe e raggiunto un punto mai visto prima nell’iter realizzativo del ponte. Avanti così!».
WWF, Legambiente, Lupi e Greenpeace: «Un azzardo che peserà sulle tasche degli italiani»
«Il Cipess ha approvato la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina dopo una procedura amministrativa complicata, supportata da leggi ad pontem, approvate con voto di fiducia, e già oggetto di ricorsi amministrativi e reclami comunitari». Le Associazioni Greenpeace, Lipu, Legambiente e WWF Italia giudicano la decisione del Cipess «un vero e proprio azzardo, sia per motivazioni economiche sia per il quadro d’incertezza del progetto che rimanda alla fase progettuale esecutiva test dirimenti ed analisi essenziali. Non stupiscono le dichiarazioni trionfalistiche del Governo e del Ministro Salvini in particolare: rientrano nel quadro della propaganda politica e sono state già smentite dai numeri e dalle carte. Come si è sempre dato per scontato il parere della Commissione VIA, oggi si dà già per acquisito il parere della Corte dei conti che, invece, ancora deve pronunciarsi. Si tace sul fatto che la cosiddetta apertura dei cantieri sarà poco più che simbolica e riguarderà interventi preliminari sia perché il progetto esecutivo non è ancora stato redatto, sia perché la modifica di legge voluta dal Governo per procedere ad una cantierizzazione a fasi spezzetterà il progetto esecutivo lasciando sino all’ultimo aperta l’incognita sui risultati sulle prove da fatica sulla tenuta dei cavi e sugli approfondimenti sismici prescritti dalla Commissione VIA. Si fa finta che gli impegni di spesa pubblica assunti per il Ponte abbiano le necessarie coperture quando ci si sta affannando per farli incredibilmente passare tra le spese militari al di fuori del patto di stabilità. Un progetto stimato a 13,5 miliardi di euro, mai valutato in termini di terzietà, che ha visto posizioni negative esplicite dei Governi tecnici di Mario Monti e Mario Draghi, che è stato prima presentato come attrattore d’investimenti privati ed oggi invece assorbe oltre 6 miliardi del Fondo di Coesione e Sviluppo (di cui 1,6 di competenza delle Regioni Sicilia e Calabria): per il Ponte si sottraggono fondi destinati ad alleviare le disparità economiche e sociali e a promuovere lo sviluppo equilibrato del territorio, tagliando altri interventi destinati a servizi e welfare. Il Ponte va avanti mentre si sottraggono risorse al trasporto dei pendolari, alle scuole ed all’assistenza sanitaria.
«Il Ponte è solo una questione politica»
«Ma il Ponte costerà davvero 13,5 miliardi di euro? Crederlo è come credere che i bambini li porta la cicogna. La cifra riportata nell’allegato infrastrutture al DEF nell’agosto 2023 è rimasta la stessa ad agosto 2025 e certo l’andamento della svalutazione e il contesto economico è cambiato rispetto a quello che si poteva prevedere. Non a caso alcune testate finanziarie già stimano l’opera a 14,6 miliardi. Inoltre, il tempo della cantierizzazione e di consegna dell’opera non è quello inizialmente previsto, non fosse altro perché sono stati sottostimati i tempi del processo autorizzativo come provano i ripetuti annunci del Ministro Salvini che ha continuato a spostare in avanti la data di inizio lavori. Tutto questo avrebbe dovuto comportare una diversa modulazione del piano finanziario. Del resto, considerando che il Ponte circa 10 anni fa era stimato con presuntuosa certezza per 8,5 miliardi, è arduo pensare che tra 10 anni i 13,5 miliardi attuali rimarranno tali. Ma questo non sembra importare! L’importante è dare il via ad un contratto che, con tutte queste incognite, stabilisce, nel caso di non realizzazione dell’opera, una penale vicina ad 1,5 miliardi a favore del Consorzio Eurolink , un consorzio che grazie ad una discutibile interpretazione normativa ha goduto di un affidamento senza gara poiché aveva vinto l’appalto nel 2005 quando il costo del Ponte era stimato in 3,8 miliardi euro! Trattandosi di finanze pubbliche è evidente che le ripercussioni saranno sulle tasche degli italiani. Il Ponte è solo una questione politica come dimostrano peraltro i rapidi cambi di fronte che hanno caratterizzato il Ministro Salvini, pochi anni fa contrario e oggi maggiore sponsor del Ponte».
L’impatto ambientale del Ponte
«L’opera non ha nulla a che fare col sistema trasportistico. Una radicale revisione del sistema dell’attraversamento dinamico dello Stretto, con traghetti e aliscafi nuovi, a bassissimo impatto ambientale, magari appositamente progettatati sulle dimensioni dei nuovi treni ad alta velocità (compresi quelli a due piani di nuova generazione non ancora operanti), con i punti di attracco ristrutturati e resi più efficienti, con nuovi collegamenti o col ripristino di alcuni dimessi (come quello diretto con l’Aeroporto di Reggio Calabria), costerebbe un terzo del Ponte e garantirebbe una mobilità più flessibile e idonea alle esigenze del territorio e non solo. Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF Italia hanno correttamente denunciato gli impatti ambientali irreversibili e non mitigabili che per anni sono stati negati. Ne è prova la stessa valutazione d’impatto ambientale che per essere positiva ha dovuto andare in deroga per ragioni di presunti motivi imperativi di rilevante interesse pubblico che hanno descritto un’opera dall’effetto miracolistico, capace di risolvere tutti i mali della Calabria e della Sicilia: aumento del PIL, aumento dell’occupazione, miglioramento del sistema trasporti, ottimizzazione del sistema sanitario ecc. I numeri non convincono e le analisi nemmeno, ma il Governo anche contro il buon senso ha deciso di andare avanti comunque. Nei prossimi giorni ci sarà chi farà dell’approvazione Cipess la propria campagna elettorale. Greenpeace, Lipu, Legambiente e WWF Italia, invece, continueranno a sostenere le proprie tesi e ricorreranno ancora una volta in tutte le sedi, affinché lo scempio non si compia e non si buttino via miliardi di euro in un’opera inutile, mentre il sistema del trasporto pubblico dell’intero Paese si trova in condizioni sempre più insostenibili».
Il Pd Calabria: «Un paradosso che conferma la schizofrenia del governo»
Guidato dal senatore Nicola Irto, il Pd Calabria contesta a voce alta il via libera del Cipess al progetto del ponte sullo Stretto. «È un paradosso – denunciano i dem calabresi– che, mentre leva i fondi per l’Alta velocità ferroviaria da Salerno a Reggio Calabria, il governo butti miliardi in un’opera controversa e divisiva. Questa scelta conferma la schizofrenia di un esecutivo nemico del Mezzogiorno, sordo alle esigenze dei cittadini ma attento a favorire potentati economici. Parliamo di un’opera inutile, che penalizza il Sud e sottrae risorse fondamentali a trasporti locali, infrastrutture moderne, scuole sicure e una sanità di qualità. Questo paradosso – osserva il senatore Irto, capogruppo dem nella Commissione Trasporti di Palazzo Madama – conferma la totale subalternità della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a un ministro, Matteo Salvini, inadeguato ma pronto soltanto a dirottare risorse verso il Nord. Ancora una volta, il governo delle destre ha tradito il Mezzogiorno, voltato le spalle ai territori del Sud e ignorato completamente – conclude – le istanze dei Comuni».
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