Il partito del “non voto” e il “disastro” dell’affluenza (sempre più bassa) alle Regionali
Alle elezioni del 2000 votò oltre il 64% dei calabresi, nel 2021 si sono perse le tracce del 20% degli elettori… Da tre tornate non si arriva al 50%

LAMEZIA TERME E’ il partito più grande, in Italia e (purtroppo) anche in Calabria, anzi soprattutto in Calabria. Il partito del “non voto” è il grande avversario da battere alle prossime elezioni regionali, lo dicono tutte le forze politiche (poco credendoci e soprattutto poco facendo per sconfiggerlo) ma purtroppo lo dicono i numeri. E in particolare i numeri dicono che da quando c’è l’elezione diretta del presidente della Regione – anno 2000 – all’ultima tornata elettorale prima di quella del prossimo 5 e 6 ottobre, e cioè l’ottobre 2021, l’affluenza dei calabresi alle urne per le Regionali è calata addirittura di 20 punti percentuali. Un “disastro” (democratico), che sa di sfiducia sempre più dilagante nei confronti della politica e della loro capacità di dare risposte ai problemi dei calabresi. Capacità evidentemente inesistente, agli occhi degli elettori della regione.
I dati
L’analisi dei numeri riannodando il filo della memoria è infatti impietosa, consegnando anche un altro dato secco: dal 2014 al 2021 ha votato alle Regionali meno di un calabrese su due, con un’affluenza sistematicamente sotto il 50%. Partenza dal 2000: in quella tornata elettorale, che registro il successo del centrodestra guidato da Peppino Chiaravalloti, l’affluenza dei calabresi era ancora abbastanza confortante, anche se già in calo rispetto alla tornata precedente, fermandosi al 64,64% (nelle Regionali precedenti votò quasi il 4% in più), con il “picco” in provincia di Cosenza. E il trend “resiste” anche nella successiva chiamata alle urne, quella che vide il trionfo del centrosinistra di Agazio Loiero: era il 2005 e quella volta votò il 64,39% (record alla provincia di Reggio Calabria). E tutto sommato si “resiste” anche cinque anni dopo, alle Regionali del 2010 che registrarono la netta vittoria di Peppe Scopelliti, frontmen del centrodestra, proprio contro Loiero: alle urne si recò il 59,27% dei calabresi, con Reggio anche qui al top. Sarà l’ultima volta in cui almeno un calabrese su due avrebbe scelto di votare per la propria classe dirigente. Alle Regionali di novembre 2014, che videro il successo di Mario Oliverio leader del centrosinistra, per la prima volta si scende sotto il 50% di affluenza: il 44,08% per la precisione. Qualche decimale in più ma trend (negativo) praticamente identico 5 anni dopo, alle Regionali del gennaio 2020, con il trionfo di Jole Santelli, prima presidente donna della storia della Regione Calabria, alla guida del centrodestra: l’affluenza si attestò al 44,33%. Un dato quasi simile a quello dell’ottobre 2021, alle Regionali anticipate per la prematura scomparsa della Santelli, con il netto successo di Roberto Occhiuto, leader del centrodestra: affluenza al 44,37%, bassissima comunque (ci fu anche in parte l’effetto Covid). E’ questo 44,37/% il target da cui si parte ora per le Regionali del prossimo autunno: la sfida per la politica calabrese è quella di alzare quell’asticella e portarla oltre il 50%. A pensarci bene, è questa la vera grande sfida che attende adesso i partiti. (a. cant.)
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