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SETTE GIORNI DI CALABRESI PENSIERI

Appunti intellettuali per gli aspiranti candidati presidenti della Regione Calabria

Da Aliano ad Africo Vecchio fino a Polsi, l’utilità dell’inutile pensiero meridiano regionale

Pubblicato il: 23/08/2025 – 6:55
di Paride Leporace
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Appunti intellettuali per gli aspiranti candidati presidenti della Regione Calabria

Condivido totalmente il recente editoriale della direttrice Paola Militano che ha ben scritto che la Calabria alla vigilia del voto non può essere narrata come un inferno abitato da diavoli né come un paradiso dantesco popolato tutto da anime pie. La realtà è più complessa di quella che appare e per stare alle parole di Paola Militano: «La Calabria non ha bisogno di missionari del riscatto né di redenzione».
La Calabria ha però bisogno di parole giuste e di pensiero meridiano innovativo e di spirito pubblico meridionale.
Mi rivolgo a chi ha deciso di assumersi la responsabilità di voler rivestire il complesso ruolo di presidente della Calabria per sottoporgli quello che accade nei nostri paesi e città.
Ad oggi abbiamo: il presidente uscente Roberto Occhiuto, il professore Pasquale Tridico e il recente arrivato Francesco Toscano che si presenta sotto le insegne rossobrune di Marco Rizzo e che essendo stato assessore comunale alla cultura di Gioia Tauro ritengo abbia gli strumenti per comprendere il mio ragionamento.
Oggi intellettuale è diventata categoria oscena. Avversata dalla stragrande maggioranza del popolo social che preferisce l’influencer nelle varie derivazioni rispetto a chi ha letto Camus e Alvaro e ne propone il pensiero ai giorni nostri. La comunità intellettuale calabrese del nuovo secolo è una comunità separata, spesso e volentieri contrapposta per reciproca diffidenza dalla politica politicante. Eppur si muove, si aggrega nelle sue piccole molecole militanti, ragiona, pensa, a volte combatte per le sue idee.
Scrivo da Aliano, nella Lucania interiore, il paese del “Cristo si è fermato ad Eboli” dove da tre lustri si tiene ogni anno la Festa della Paesologia ideata e curata dal poeta militante Franco Arminio, forse il più seguito intellettuale italiano sui temi delle aree interne.
Egregi candidati vi offro una notizia. Qui ad Aliano dove in 4 giorni arrivano cittadini temporanei di tutta Italia e di ogni generazione (il festival non è solo giovanilista o reducista) la Calabria è maggioranza sia sotto che sopra palchi e anfiteatri.
Assessori di paesi, liutai, creatori di magliette, attivisti della poesia si ritrovano a far festa ma anche a riconoscersi nelle loro difficoltà a poter prendere in mano il loro destino.
Nella grande passeggiata nel paesaggio lunare dei calanchi migliaia di persone hanno applaudito e condiviso la Calabria minore lontana dal Palazzo e del potere che guarda a queste categorie solo attraverso bandi che finiscono per essere circense amministrazione del consenso.
Hanno mai sentito lorsignori della politica la teatrante Francesca Ritrovato, originaria di Girifalco, vita recente tra Roma e Parigi, recitare la memoria di una donna pazza del manicomio emarginata tra il suo essere serva dei Berlingieri e vittima di patriarcato violento. Temi simili a quelli di Saverio La Ruina, un monologo recitato in dialetto di Castrovillari che ha raccolto dieci minuti di applausi per il suo “Dissonorata” una delle migliori opere teatrali italiane dell’ultimo ventennio. Candidati presidenti, che idee e programmi avete per il teatro pubblico e privato?
Qui ad Aliano ci si infiamma per moderni zampognari che al ritmo di Satisfaction fanno ballare nei calanchi migliaia di persone, la notte è piccola nella piazzetta del paese ad ascoltare il cabaret musicale dadaista di Peppe Voltarelli da Mirto che ha voluto omaggiare sul palco padre Fedele Bisceglia nella sua funambolica ed inedita Federazione Calabrese folk.
Ad Aliano si ascolta ed apprezza il giurista Tommaso Greco, autore Laterza e docente a Pisa originario di Caloveto e che come Pavese si ricorda di avere un paese, il suo paese, dove ha cercato di impedire inutilmente il taglio di 40 cipressi secolari al cimitero dove riposano i suoi amici e parenti. Ad Aliano hanno omaggiato il giovane poeta suicida Lorenzo Pataro, perché gli intellettuali continuano a finir male come ai tempi di Costabile. Pataro della sconosciuta Laino Borgo, paese anche di Mimmo Cersosimo che anche quest’anno ragionerà come riabitare l’Italia e la Calabria. Bisogna destrutturare la gerarchia (aspiranti governatori attenti) e soprattutto coltivare relazioni con tutto quello che ne consegue. Relazioni come quelle del poeta Daniel Cundari capace con la sua performance in dialetto stretto di Cuti commuovere e appassionare il popolo del festival. Ma questi segni non sono solo confinati nell’Aliano del confino leviano.
Anche ad Africo Vecchio, paese esodato da Dio e dallo Stato, è tornato con i suoi compagni lo scrittore Gioacchino Criaco. Qui il libro di riferimento è ancora una volta “Gente di Aspromonte”. Parole d’ordine di Africo è «posto in cui dobbiamo stare perché ha rappresentato la metafora di quanto di più negativo ci fosse in Calabria» e quindi aspiranti governatori se volete creare bene comune dovete rovesciare il negativo delle tante Africo di Calabria.
E non abbiate paura aspiranti presidenti di dirlo il vostro pensiero sul fatto che a San Luca commissari prefettizi con la postura del generale Cialdini e vescovi sanfedisti hanno abolito per decreto la Festa della Madonna di Polsi mortificando tradizione e devozione di un popolo. Sono gli stessi che sciolgono i consigli comunali per ‘ndrangheta non risolvendo mai nulla.
Candidati presidenti e seguaci della poltrona dite qualcosa su questi movimenti di dissenso. E mi permetto anche un gratuito suggerimento. Per rendere utile la vostra campagna elettorale leggete o rileggete il libro di un pensatore calabrese celebrato in tutto il mondo “L’utilità dell’inutile” di Nuccio Ordine. Forse già sapete che quel testo è più utile di un piano di sviluppo scritto a Bruxelles in burocratese omologato europeo. (redazione@corrierecal.it)

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