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emergenza carceri

«Situazione complicata al carcere di Vibo, serve un impegno concreto»

L’associazione Libera interviene dopo l’ennesima aggressione al personale della Polizia penitenziaria: «Le carceri devono essere luoghi di legalità e umanità»

Pubblicato il: 26/08/2025 – 18:23
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«Situazione complicata al carcere di Vibo, serve un impegno concreto»

«Apprendiamo con preoccupazione e rammarico dell’ennesima situazione di disordine verificatosi nella casa circondariale di Vibo Valentia dove, presso la sezione destinata ai detenuti problematici, tre di loro hanno aggredito il personale della Polizia Penitenziaria brandendo lamette e oggetti contundenti e lanciando olio bollente. Ai cinque agenti rimasti feriti esprimiamo tutta la nostra gratitudine per il delicato lavoro che sono chiamati a svolgere e auguriamo loro una pronta guarigione. Il loro intervento tempestivo ha permesso di sedare la rivolta, circoscrivere i danni e di mettere in sicurezza gli altri detenuti». Così il coordinamento provinciale di Libera Vibo Valentia, in seguito all’ennesima aggressione avvenuta ai danni di alcuni agenti della Polizia penitenziaria nella casa circondariale vibonese. Un episodio che rilancia l’allarme sulle condizioni critiche delle carceri calabresi.

Carenza di personale e una situazione complicata

«Purtroppo – scrive Libera – sappiamo bene che l’accaduto verificatosi nei giorni scorsi non è, purtroppo, un caso isolato. Infatti, quotidianamente uomini e donne della polizia penitenziaria, in sinergia con educatori e psicologi, sono costretti a gestire una complessità sempre in movimento tra mille difficoltà strutturali e con gravi carenze di organico. Come denunciato dal sindacato di polizia penitenziaria, i 190 agenti in servizio presso l’istituto sono ben al di sotto dei 288 previsti dallo stesso Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Pertanto, ci uniamo al grido di allarme del sindacato, ribandendo la necessità urgente di potenziare gli organici e garantire la piena titolarità delle figure dirigenziali, al fine di tutelare l’incolumità del personale operante e degli stessi detenuti in modo da assicurare continuità ed efficacia al servizio. Non è un caso, che uno dei dodici punti della nuova agenda politica di Libera pone al centro della discussione proprio la situazione carceraria, promuovendo l’idea di un carcere che rieduchi e sia inclusivo; investimenti e risorse per costruire luoghi che dovrebbero garantire non solo l’espiazione della pena e la responsabilità individuale, ma anche e soprattutto una forza trasformativa e rigenerante, volta a restituire alla società persone consapevoli e capaci di compiere scelte responsabili. Serve una sinergia tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’ per rendere effettivo il disposto costituzionale previsto dall’art. 27 cost. Sappiamo bene che il carcere deve essere luogo di speranza e cambiamento non di marginalizzazione e marginalità. Il carcere dotato degli strumenti per ri-educare partecipa ad abbassare la media annua della recidiva degli autori di reato. La crisi attuale impone dunque un impegno concreto e condiviso, affinché le carceri possano essere luoghi di legalità, sicurezza e umanità, in linea con i principi fondamentali della nostra democrazia».

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