Cartoline dal Sud (che il Sud non ha mai scritto)
Tutti in partenza, cosa ci resta di quest’estate così instagrammata?

Anche quest’estate, puntuali come le zanzare e l’anticiclone africano, sono tornate loro: le star del “ritorno alle origini”. Un tripudio di foto saturate, spaghetti aglio e olio su yacht da tre piani, piedi immersi nel mare cristallino (senza calli, ovviamente), e tramonti di Positano che nemmeno Turner avrebbe saputo dipingere meglio. Il feed di Instagram si trasforma in un’eterna sfilata di Costiere e isole da sogno, conditi da caption tipo: “finalmente il tempo per me”, “back to basics”, “dolce far niente” (scritto rigorosamente senza sapere cosa significhi davvero).
Ma di dolce e di niente c’è ben poco. Questa estetica del Sud non è un omaggio, è una scenografia. Capri diventa una Spa con vista mare. Napoli, il fondale esotico per la semplicità patinata. La Campania un set cinematografico dove ogni mozzarella sembra uscita da un casting. E dietro? Dietro c’è il backstage che nessuno mostra: la corsa al traghetto pieno come il 175 alle 8 del mattino, la vecchia che impreca perché i turisti bloccano l’ingresso del palazzo per farsi un selfie col murale di Troisi.
Ma il vero colpo di scena arriva quando, col solito piglio da scopritori d’America, qualche influencer decide di “scendere ancora più giù”: “Oggi vi porto in Calabria, una perla ancora inesplorata!” Inesplorata da chi? Dalle mappe di Google? Dall’alta velocità sicuramente. Ed ecco che il bergamotto diventa un “superfood”, la ‘nduja un “condimento spicy per l’aperitivo”, e Scilla e Tropea vengono ribattezzate “la nuova Amalfi”. Come se bastasse una spruzzata di gloss e un drone per trasformare il gap infrastrutturale in charme retrò.
La Puglia, poi, è il perfetto caso clinico. Una regione intera ridotta a trullo e burrata. Cisternino? Visto. Polignano? Postato. Alberobello? Taggato. Ma provate voi a prendere un pullman da Bari a un paesino qualsiasi dell’entroterra: vi passerà la voglia di “slow travel”. La lentezza qui non è un’esperienza zen, è un muro contro cui sbatti se non hai l’auto.
Intanto, i paesi si svuotano, le case diventano B&B per chi “vuole vivere come un local”, ma senza i problemi da local. E così, il vero local resta fuori dal frame: non ha l’aria condizionata, né l’aperitivo con vista, né la connessione stabile. Però ha il vicino di casa che affitta abusivamente al triplo del prezzo e un Comune che non riesce a gestire nemmeno la raccolta dell’umido in agosto. Questa estetica del “ritorno all’essenziale” è in realtà una forma di cosplay antropologico. Si gioca a fare i pescatori, le nonne col grembiule, i contadini scalzi tra i pomodori, ma solo per un weekend. La semplicità è bella, ma a tempo determinato. Dopo si torna a Milano, a Parigi, a New York. E il Sud? Rimane lì, con le sue rughe, le sue ferite, i suoi autobus mai passati.
Il problema non è il turismo, sia chiaro. È il racconto. Quando riduci una terra a moodboard, la sterilizzi. Le togli voce, contraddizioni, dialetti, sudore. E soprattutto, togli futuro. Perché se il Sud esiste solo come location da sogno, non c’è spazio per una narrazione nuova. I giovani se ne vanno, i paesi invecchiano, e la Calabria continua a essere “bellissima ma lontana”, come un amore di gioventù che si guarda solo da lontano.
Forse dovremmo iniziare a raccontare altri Sud. Non solo quelli instagrammabili, ma quelli vivi. Dove il cibo è davvero buono anche senza food styling. Dove la bellezza è anche ferita. Dove la lentezza non è sempre scelta, ma non per questo meno degna di essere vissuta. Lorica, per esempio. Bella, bellissima, ma non c’è la farmacia. O meglio c’è, ma tutti i farmacisti che arrivano poi non resistono e mollano.
E magari, la prossima estate, invece di postare la solita foto col piatto di spaghetti vista mare, qualcuno potrebbe raccontare cosa succede dietro il piatto. Chi lo ha cucinato. Chi lo serve. Chi lo sogna, ma non lo può permettere. Magari, eh. Finisce qui la mia rubrica Ferie d’agosto. Ma c’è settembre, con le sue impressioni. (redazione@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato