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Regionali, per i sindaci delle grandi città destini diversi (e ambizioni stoppate)

Tramontate le velleità di candidature alla presidenza nel centrosinistra per Falcomatà, Caruso e Fiorita. Mentre Voce già da tempo ha “sposato” la causa di Occhiuto

Pubblicato il: 01/09/2025 – 15:24
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Regionali, per i sindaci delle grandi città destini diversi (e ambizioni stoppate)

LAMEZIA TERME  Era il dicembre 2023, al Complesso monumentale del San Giovanni di Catanzaro erano tutti radunati allo stesso tavolo, insieme all’allora presidente di Anci Antonio Decaro: quattro sindaci di capoluoghi di provincia, e cioè il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, padrone di casa, il sindaco di Cosenza Franz Caruso, il sindaco di Crotone Vincenzo Voce, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. A riunirli il no al progetto dell’autonomia differenziata, ma – secondo diversi analisti politici – anche velleità in chiave futura, al punto che non mancò chi parò di un embrionale “partito dei sindaci” che stava prendendo forma e quota all’interno del centrosinistra. Insomma, per diversi osservatori era un tavolo che aveva una vista anche sulle Regionali (all’epoca non imminenti come oggi). A distanza di nemmeno due anni da quel giorno, le parabole dei sindaci delle grandi città della Calabria hanno seguito traiettorie diverse. A “smarcarsi” da quel tavolo fu quasi subito il crotonese Voce, civico – ben visto anche dal M5S – ma successivamente entrato in sintonia con il leader del centrodestra Roberto Occhiuto, presidente della Regione, al quale Voce ha fatto un ufficiale endorsement social

Le traiettorie dei “grandi” sindaci

Gli altri tre hanno continuato ad amministrare le loro città con parecchi affanni – soprattutto Fiorita e Falcomatà – cercando comunque di restare in prima fila nel campo del centrosinistra con il “sogno” di una candidatura alla presidenza della Regione. Per gli analisti un “sogno”, appunto, e ambizioni in genere frustrate, nel senso che in realtà i loro nomi non sono mai realmente emersi come quelli di punta nella coalizione progressista. Non Falcomatà, big del Pd ma con parecchia “fronda” proprio nel Pd: tra l’altro, il sindaco di Reggio non farebbe parte nemmeno dell’area che in Calabria fa più diretto riferimento alla segretaria Elly Schlein, un aspetto questo che a Roma avrebbe avuto il suo peso. Falcomatà ora veleggia verso la candidatura nella lista Pd per il Consiglio regionale – per non perdere il contatto con la rappresentanza istituzionale (non può più ricandidarsi sindaco, e le Politiche saranno tra due anni) – ma per la candidatura alla presidenza della Regione secondo i “bene informati” non sarebbe mai stato realmente “in pole”. Non Fiorita, rimasto sempre in mezzo al guado nel senso di aver sempre deciso di non legarsi a questo o quel partito sia pure mantenendo “buoni uffici” sia con la stessa Schlein sia con il M5S, “buoni uffici” però oggettivamente insufficienti per tentare la scalata alla classifica dei “papabili” candidati governatori,. Non Caruso, punta di diamante della sempre verde (in Calabria) area socialista e possibile “alfiere” del polo riformista che ha provato ad alzare la voce sul tavolo del centrosinistra ma non aveva i numeri per far valere la stessa voce. Ovviamente, in questa riflessione non c’è Enzo Romeo, sindaco di Vibo Valentia, per via della sua elezione troppo recente sul piano temporale. in generale, comunque, nel centrosinistra non c’era “aria” per i sindaci, nemmeno per un altro primo cittadino di un altro grosso centro qual è Flavio Stasi di Corigliano Rossano, molto gradito ad Avs ma no altrettanto al M5s e al Pd. (a. cant.)

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