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Calabria, i dati Gimbe ci dicono che il cambiamento è possibile

L’analisi pubblicata dalla Fondazione Gimbe oggi 3 settembre 2025, basata sui dati ufficiali del Ministero della Salute relativi al 2023, evidenzia con numeri e indicatori, lo stato reale dell’assist…

Pubblicato il: 03/09/2025 – 16:36
di Candida Tucci*
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Calabria, i dati Gimbe ci dicono che il cambiamento è possibile

L’analisi pubblicata dalla Fondazione Gimbe oggi 3 settembre 2025, basata sui dati ufficiali del Ministero della Salute relativi al 2023, evidenzia con numeri e indicatori, lo stato reale dell’assistenza sanitaria in Italia.
Ed è proprio in questa cornice che la Calabria sorprende: +41 punti in un solo anno. Nessuna altra regione registra una crescita di tale portata. Un risultato che rompe un cliché radicato, quello di una Calabria sempre ultima, e che invece ci dice che le politiche di riorganizzazione stanno producendo effetti misurabili.
Accanto alla nostra regione, anche la Sardegna compie un salto in avanti (+26 punti), mentre altrove si registrano arretramenti: il Lazio perde 10 punti, la Sicilia 11, la Lombardia 14 e la Basilicata addirittura 19. In totale, sono 8 le regioni che peggiorano le proprie performance, mentre soltanto 13 risultano adempienti ai Lea, tra cui – per il Mezzogiorno – Campania, Puglia e Sardegna.
Questo significa che la Calabria, pur non essendo ancora tra le regioni pienamente adempienti, sta scalando la classifica con una velocità superiore alla media. È un segnale che va colto con serietà: la nostra regione non è destinata alla marginalità, ma ha margini di recupero concreti se si continua su questa strada.
Naturalmente, i dati Gimbe ci dicono anche che la frattura Nord–Sud rimane evidente: le regioni settentrionali garantiscono ancora livelli più stabili e omogenei, mentre al Sud la situazione resta fragile e disomogenea. Ma oggi possiamo affermare che la Calabria è in netta controtendenza rispetto a questo quadro, ed è su questa inversione che dobbiamo costruire il futuro.
Come presidente della Filiera Salute di Confapi Calabria, credo che questi numeri siano la prova che le scelte intraprese stiano incidendo davvero sul sistema. E soprattutto dimostrano che la Calabria può competere: non solo subire confronti negativi, ma diventare un esempio di risalita rapida.
Oggi la responsabilità che abbiamo tutti – istituzioni, imprese, professionisti – è quella di consolidare questa crescita, trasformando i dati in realtà quotidiana per i cittadini. Perché il diritto alla salute non si misura solo nei numeri, ma nella fiducia concreta che i calabresi devono tornare ad avere nella loro sanità.

*Presidente Filiera Salute
 Confapi Calabria

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